Brunello

LALLALEROico

Lallalero
lallalà
cantava Brunello,
i genitori l'avevan
chiamato così per i suoi folti capelli neri
ma non immaginavano sarebbe diventato
un fottuto alcolista. Quell'uomo si aveva fegato,
anche più d'uno. La vita gli aveva mostrato
già
tutto
un lutto
un putto
un uomo morto di rutto (buuuuuuuuuurp SBOOOM (il cervello esploso))
stasera mi butto (live @ porcodio, famoso locale della versilia)
un farabutto (aveva tentato di rubargli una bottiglia e lui gliela aveva infilata su per il culo e aveva brindato con un bicchiere rotto e le sue palle).
Brunello AHHHHHH Brunellino,
quando eri bambino
ricordi le estati
a Struzzemberg?
Bel posto Struzzemberg.
Nello stemma cittadino un enorme struzzo armato di calasnicof.
A struzzemberg non c'è mica la polizia a cavallo!
C'è la polizia a struzzo.
Non ci sono mica gli strozzini a fare usura, ma gli struzzini.
Le case non son fatte in calcestruzzo, ma solo in struzzo.
A pasqua danno le uova di struzzo mica le uova di pasqua.
Struzzemberg e la sua sagra delle frittate.
Brunello da piccolo era caduto nel recipiente in cui avevano
sbattuto 50 uova di struzzo. Nessuno se ne era accorto,
non avevano neanche visto il pelo nell'uovo, dove il pelo
era Brunello in questo caso.
Tutto ciò principalmente per dire che i genitori di Brunello
erano delle fantomatiche teste di cazzo.
La madre Porzia,
rinomata baldracca amorevole,
gli voleva d'un bene al proprio figlio!
Lo allattava mentre guardava biutiful,
principalmente capezzolo-occhio,
dato che non prestava attenzione. Il famoso allattamento a collirio! (porcodio avrebbe detto Brunello se avesse saputo parlare, si proprio il famoso locale della versilia!Vedo che lo conoscete anche voi).
Porzia era morta quel giorno di maggio, con un caffelatte di traverso al bar. Ironia della morte. Ironia della sorte.
Il padre di Brunello erano tanti, ma quello che deteneva il titolo ufficiale era Marlonbrando. Non l'attore.
Marlonbrando era un emerito coglione. Lo stupido del paese.
Marlonbrando era un lattaio (Ironia endovena cristo).
Era l'unico lattaio ad esser cornuto. (Ironia come lava bollente).
Ci sono classi professionali come idraulico, tinteggiatore, lattaio, elettricista
che non possono patire l'adulterio. E' contronatura
e si sa che contronatura è forte sulle fasce, vanno fatti i lanci lunghi cazzo! MA DAI DAI! (si sa).
Insomma Brunello guardava l'alba con il suo bel tavernello
pensava d'esser modello
monello
alberobello
uno stick di labello
voleva suonar il violoncello
adorava il carosello
ma sul più bello...

we care a lot

"we care a loooot"
echeggiava nella sala
mentre Brunello sbronzo
appoggiato al muro
guardava due giovini
metter musica.
Sfascia che?
sbloooooooorg
bella vomitata
insperata
agognata
LUCIDIFICANTE.
La panza sporge dalla maglietta
degli iron maiden.
Diosporco che rum scadente.
Il mondo ruota
coriolis non esiste
il mondo ruota
mi offende.
Brunello è un fallito
senza dubbio alcuno,
non è riuscito a finir un anno di scienze politiche.
Brunello oh brunello,
l'alba sale di nuovo
e non la vorresti,
l'alba sale sorride
e non vorresti esser vivo.
Brunello su di una panchina
respira lento
e l'ossigeno va nel sangue
ed il sangue fa capolino
da un fresco taglio sul braccio.
Il sangue ci accomuna,
sanguedemocrazia.
Una ragazza legge
sulla panchina di fianco.
Brunello le si siede accanto
e sa di puzzar di tutto tranne
che d'amore.
Lei ne è infastidita.
Troppo diversi,
non può funzionar tra noi.
Saper di vomito è un handicap
in questo mondo classista
pensa Brunello.
Dopo un minuto esatto
lei si alza e va via.
Epilogo realistico.
"Mi chiamo Brunello"
dice lui mentre lei è qualche passo
via dalla sua puzzaesistenza.
Lei lo ignora.
Ad un tratto si volta,
gli porge dei fazzoletti.
"Per la tua ferita"
e se ne va spedita.
Sanguedemocrazia.

ma sei tu?

Brunello ma sei tu?
diceva un volto
come carta carbone
la vita copiava
l'emozione
empatia
simpatia.
Brunello ma come sei ridotto?
Ti vedesse tua madre.
Me lo auguro,
diceva il nostro eroe
e spesso scorreggiava
in segno di pace,
sfinteredemocrazia!
La città diveniva
sempre più fredda
come una minestra
abbandonata
regala tepore
a chi l'assaggia in tempo
e poi niente più.
E poi?
E poi niente più,
il tempo
era divenuto
una lunga stalagmite
plic plic plic plic
il terzo plic mi è piaciuto!
E il quarto??
SON TUTTI UGUALI,
istanti identici,
camuffati
mascherati da secondi,
son nasi e occhiali finti
da deficiente
carnevalescamente
fa spallucce brunello,
simbolo di una rovina
a tempo indeterminato,
di una disgrazia
da curriculum,
di una anarchia
non desiderata.
Dal loggiato
proviene una musica dolce,
c'è movimento,
ci son donne,
ah le donne ed il loro profumo,
una terra avvistata dal pennone
dei suoi desideri più carnali!
Ah le donne, inspirerei la loro
essenza lettera per lettera.
Brunello si siede sugli scaloni
e vede donne danzare,
non ne capisce il perché,
ma quando mai è abbastanza
sobrio da capir qualcosa!?
Va benissimo così,
inebriatevi con
la vostra istantanea
inconsistenza.
Inebriatemi gratis.

Brr....bbbr....brunel....

Bip bip bip bip
bip un cazzo!
dove sono?
Cosa è tutto questo?
Sento le membra sprofondare
come se il mondo fosse gelatina.
Gelatina dolce e profumata
e calda.
Caldo abbraccio di una madre terra.
La sento sussurrarmi
"Brunello.... figlio caro....riposa".
Mamma.... mamma dove sono?
Mamma.
Vorrei dell'ossigeno grazie,
si me ne da una porzione adesso
e una da portar via.
I polmoni lo vogliono,
ma son una bottiglia piena.
La vita fuoriesce da me,
man mano che si accalcano
a versarne dell'altra e poi...
Perché?
Perché farlo?
Perché salvare la vita
di uno spettatore inerme?
Lo spettacolo si deve pur
continuare
ma non ho neanche i soldi per il biglietto.
Bip bip bip bip bip
bip un cazzo signori.
Quanto sangue versato,
il dolore delle percosse
e la loro dolce ironia.
Per uno spinello,
per una bottiglia di vino marcio.
Adesso qui cosa conta veramente?
La vita!
Un mazzo di fiori profumati sul davanzale della mia esisteza.
L'amore!
Due giovani su di un muretto, le effusioni ed i sorrisi e l'immortalità del loro sentimenti mortale.
Il sangue!
Fratello che non ci sei, sorella che non esisti, mi sarei battuto nell'arena che è la vita per voi, per curvarne il tempo e gli eventi.
L'amicizia!
Ridere di vita, amore e sangue per addolcirli e filarli come zucchero leggero leggero fine e leggero ancora.
La morte!
Vedo ciò che rialzi, il poker sulla mia anima PERSA è tuo.
Io ho una coppia di assi, quelle che inchiodano il mio sepolcro, con sollievo e rammarico.
Bip bip bip....

Sulle palle dei giganti

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!
un urlo, un fischio violento che ti spacca il cervello.
E fu così che ricucirono la mia anima
al mio corpo.
Come l'ombra di peter pan,
con ago, filo, pazienza.
La riabilitazione era noiosa,
sobria, puritana.
Quando sono lucido,
ritorno
nell'antro dei pensieri.
E' come entrare in una stanza,
semibuia
semi illuminata
semi deserta
semi piena
di maschere di volti
in deformi espressioni
d'atrocità.
La penombra ne allunga l'effetto,
le dimensioni,
il dolore.
Essere lucido è una merda.
Mi ricordo esattamente tutto.
Ogni istante di delirio.
Pensare che si beve per dimenticare.
Vaffanculo!
L'alterazione di quello che sono,
non si allotana un passo da me.
Tempo, soldi e fegato buttati.
E tu.......................................
TU........................................
sei sempre li.
Perché!?
Vai via! VA VIA!
Ho sbagliato lo so,
voglio pagare,
non riesco a morire.
No non è vero,
non voglio morire,
perché ho paura
del giudizio,
del giudizio finale.
Essere sobri è veramente una merda.
Il fisioterapista è un vecchio.
Esperto dicono le infermiere.
Stronzate, mi torce e mi ri - torce,
come fossi quella pasta dolce ancora bollente,
che mangiavo da piccolo alle
fiere in Sicilia (lo zuccaro).
Non è tanto il dolore fisico,
ma come mi guarda.
La commiserazione.
La solidarietà non esiste,
l'altruismo non ha alcun fondamento.
Tutto è puro egoismo.
I santi?
AH, belli quelli!
Fanatici idioti che godevano nell'esser venerati.
Meglio far del bene per caso, che volerlo fare davvero.
Autoerotismo compassionevole.
Masturbarsi per i cenni di assenso
che si levano sincronizzati
creando un vento che alza
le gonna della signora verità,
scoprendo un gran bel cazzo ad aspettarvi.
Veritò non verità..... sorpresa!
E se cambiassi la mia vita?
Una seconda chance?
Farmi prete, farmi un prete
ore liete
che vi sbattete
il deretano del destino.
Esser il tempo deve esser come fare il bancario.
Troppa serietà.
Non mi si addice.
Percepisco un odore diverso nell'aria.
In realtà percepisco di nuovo gli odori,
ora che non son io ad eclissarli
con una tonnellata di umori
nauseabondi.
Limando via lo sporco,
hanno riscoperto la ferita.
E adesso
salirò di nuovo sulle palle dei giganti
per dar loro immenso fastidio.
Giulia amor mio.....
giulia
giù
li
a

eravamo in due

...e sono rimasto sola.
Indosso una giacca,
ancora in buone condizioni
presa dal mucchio di abiti
portati da una signora della caritas
al mio ultimo giorno d'ospedale.
Malconcio,
zoppicante,
barba appena fatta,
un mazzo di fiori
comprati con qualche euro
"prestati" dalla capo - sala
del reparto di ortopedia.
Brava donna:
"Fai quello che vuoi della tua vita
ma non portar nessuno con te
nel tuo inferno"
Centro.
Stima.
Proverò anche a restituirle quei soldi.
Sono sobrio da quasi due mesi.
Mi fa male la vita.
Mi infastidisce,
mi causa dolore,
ho bisogno del mio anestetico,
ma purtroppo tutto ciò mi fa sentire vivo.
bzzzzzzzzz
"Chi è?"
esito.
"Chi é?"
Parlo
"Signora sono Brunello"
troppo piano, con un fil di voce,
lo stomaco gira e rigira,
affanno,
il cuore batte veloce.
Sono vivo.
"SIGNORA sono IO, Brunello"
Silenzio.
"Che vuoi?"
parole metalliche,
senza vita.
"Vorrei vedere Giulia
sono sobrio e pulito da 2 mesi
la prego"
"Va via Brunello"
odio come ghisa
paura come pioggia di lacrime
una vanga che scoperchia lapidi
di tombe dimenticate.
Son nomi
e parole
mai dette
che mi uccidono.
"Signora la prego
sono pulito
voglio solo rivederla
un attimo"
Silenzio.
"Ora riposa Brunello
non so se vorrebbe
incontrarti,
a volte è distante
e non riconosce nemmeno
me....... va via Brunello
te lo dice una madre
te lo dico io che non ti odio"
parole come sementi
in un capo arato d'amore.
ma arido e spaccato dal sole,
la schiena piegata in due
di uno che come me
non ci sta capendo più un cazzo.
"Signora la prego
me la faccia guardare
anche dalla fessura della porta
mi dia una spinta
per poterci provare
a sistemare le cose"
un lungo sospiro
"Devi farlo da solo.
Giulia è spezzata
e quel che rimane
non è ciò che vorresti"
Clic.
Mi siedo sullo scalone
del portone
freddo sul mio culo gelato.
Un culo gelato dal Novembre
che solidifica il mio sangue
limpido,
sobrio.
Guardo il cielo
che mi ricorda
l'azzurro dei suoi occhi
marroni.
Guardo il cielo
e dopo tanto tempo
piango.
Come avessi pianto ieri,
piango.
Dio quanto mi sento vivo.
Dio quanto vorrei bere.
"Brunello"
mi volto
"Signora....
mi scusi vado via
vado via subito"
testa china
"Hai bisogno di soldi?"
vergnogna
"Non si preoccupi
me la caverò
voglio rimettermi in piedi
lavorare"
sorride
mille i suoi anni
999 i miei.
"Non farti vedere da Salvatore
sta per tornare e"
esita
"Meglio non ti veda"
mi asciugo le lacrime con la giacca
che sa di pulito
di lavanda
"Capisco.....vado via
ma la prego
appena trovo un lavoro
la prego
mi faccia rivedere Giulia
anche per un attimo"
Mette le mani sotto il grembiule consunto.
"Tieni cinquanta euro
mangia qualcosa di caldo
questo è l'indirizzo di un mio caro amico
che affitta le camere della sua casa
digli che ti mando io
l'ho già chiamato
ed il primo mese è già sistemato
il secondo devi pagartelo tu
adesso vai"
Mi porge i soldi ed un biglietto scritto a penna rossa.
Li prendo.
Ultima lacrima che cade
e sa di mare
caldo.
La porta si chiude dietro di lei.
Apro la banconota piegata in due
ed una fototessera si schiude
illuminata dall'incredulità dei miei occhi.
Giulia
amore mio.
Giulia
amore mio.
Giulia.
Esista ancora
la luce che ti compone,
la luce che ti ha accecato.
La luce che mi ha affettato.
Mi sento vivo
e Dio solo saprebbe, se esistesse,
quanto vorrei bere adesso.

....(Silenzio e penombra)....

silenzio,
penombra.
Una donna legge un libro poggiato sulle sue gambe.
E' in vestaglia rosa.
Respira lenta.
Sempre la stessa pagina per ore...ore...
Il rumore di una porta che si chiude,
dei passi nel corridoio.
La porta della camera lenta si apre.
"Tesoro sono stata via un momento
tutto bene?"
Silenzio,
penombra.
La donna è una ragazza,
la ragazza è una figlia,
la donna è la madre!?
Il tempo e le età si intrecciano
con i pensieri,
come vimini di un cestino,
stretti stretti stretti.
"Dov'è Brunello?"
dice la ragazza di 10000000000000000000000000000000000000000000000000 di anni
alzando i suoi occhi azzurri e fissandoti per un attimo.
"Quando arriva Brunello?"
silenzio e penombra.
"Arriverà tesoro... ci vuole pazienza... c'è tanto traffico"
la porta si chiude.
E nel silenzio e nella penombra poche parole.
"C'è sempre traffico... uffa.

Freddo e metallo

Guardo il cielo.
Solo allora dimentico
cosa sanno i miei piedi.
Divento aria, acqua e luce,
tutto d'un colpo
e respiro,
il dolciastro dell'ozono in gola.
Ciondolo dall'impalcatura
fredda e umida di pioggia,
con le gambe leggere leggere.
Con un panino col salame in mano.
E pensare che non avevo capito
un cazzo della vita.
E' possibile che bisogna
perdere qualcosa
o rischiare di perderlo
per capirne l'importanza?
PERCHE'?
Che creature del cavolo
gli esseri umani.
Campi di sofferenza
per una spiga di gioia.
Distese aride di rotture di coglioni
per un fioccodineve-sorriso.
Ma vaffanculo.

"Bruné....
ma l'hai vista aqqquella??
Va come sculetta puttana eva!!
Troia.... troia esibizionista....
si mette la minigonna per
farti venire il cazzo duro....
son tutte troie le donne sai?!
Sai cosa faccio io??
Me le scopo duro....
le umilio....
porccccoddio quanto mi piace!
A te piace il cazzo vero??
Sembrinfrocio a volte"
Antonio mi riporta a terra
in un attimo.
"Sai antò una volta
una puttana
non ha voluto
scopare con me
perché puzzavo"
Silenzio di un paio di secondi.
Ridendo
"Dai cazzo
ma che uomo di merda sei?!??
Un minimo di Ciarm ci vuole
Savuarfer.... non ci sai proprio fa
con le troie ahahahahahahahaha
mi fai morì!!!! Diocanaccio"
Con un balzo scende dall'impalcatura
"Vado a cagare va.... dioccccccane".
Così facendo si allontana verso
la casupola del bagno chimico
grattandosi le natiche.
Brunello si guarda le mani.
Son tutte tagliate.
Mani come tombe egizie
impolverate e dimenticate
sotto i deserti, le dune.
"Ho sempre voluto vedere l'Egitto"
pensa tra se e se e se
e se poi è solo sabbia?
Brunello adora mettere i piedi bagnati
nella sabbia calda,
quella sensazione di panatura d'uomo,
scudo di roccia, seconda pelle insensibile.
Si avvicina Sebastiano e si siede accanto a lui,
sguardo contratto,
fasciatura sul pollice della mano destra
rossa di sangue.
"Ti fa tanto male Sebastiano?"
Siciliano di quarant'anni,
disoccupato,
emigrato con gli occhi sempre tristi,
baffuto d'amicizia e solitudine.
"Un po'.... per un pochino non potrò
fare l'autostop eheheh"
sdrammatizza sempre tutto Sebastiano.
Mi piace perché sa rispettare il silenzio,
a volte pranziamo insieme e stiamo zitti,
poi lui racconta una barzelletta e si ride,
un po', non troppo, ma si ride insieme,
consensualmente.
D'improvviso si rimette a piovere.
"SIGNORI LA PAUSA E' FINITA...
A LAVORARE".
"Mi manca casa sai Brunello?"
lo guardo negli occhi lucidi
"Un giorno verrò a trovarti
e annegheremo nell'abbraccio
della tua terra di sale e mandorle"
Brunello lo pensa solo non lo dice.
Una pacca sulla spalla ed un sorriso.
E via

a mala pena ping

dopotutto è la stasi che regola
la vita di una persona.
Il benessere raggiunto
o
ereditato.
L'amore certo
o
la certezza
che dà l'amore.
Rumore leggero,
come bacchettate
di un maestro
sulle mani dell'alunno,
mai alunna, sempre alunno.
Ping....pong.....ping.....pong.
Fa eco in una fredda sala.
"quante volte te l'ho detto?
mille e mille
e tu mai! Non mi hai mai
ascoltato!"
sbattendo il pugno su di una
scrivania ricavata da un vecchio
banco di scuola.
"Potevi contare su di me....
non l'hai fatto
mi ferisce
ma è una tua scelta...
non è un problema...
sei sempre stato come un figlio
per me
Brunello"
ping pong ping pong ping pong
Brunello tace con un mezzo sorriso
non uno intero,
solo mezzo,
mentre ascolta il suo vecchio
maestro di tennis da tavolo,
sport nel quale
aveva un discreto successo.
Il tennis da tavolo
è
un concentrato di vita,
una casa delle bambole di
movimenti veloci,
una simulazione velocizzata
del metabolismo della società
e quindi di un individuo.
Non c'è tempo da perdere,
tutto è CONCENTRATO/ZIONE.
"Ricordati cosa ti ho insegnato
Il movimento deve essere breve
ma sicuro...
piccolo....impercettibile
MA
privo di dubbi....
la vita non è così
Brunello mio
si sbaglia
tanto
di continuo
MA
come nel gioco
l'immobilità
si paga
Hai pagato la tua immobilità!
L'avremmo pagata tutti....
forse io più di te chissà!?
Ma non si deve rispondere
al crollo
con l'immobilità....
hai pagato due volte così....
ma è umano Brunello mio....
figlio mio....
è umano...
ma adesso non conta più....
se sei qui adesso....
QUI ci sei venuto camminando..."
Brunello aggiunge il resto del sorriso
al mezzo anticipato.
Un nuovo anno?
Una nuova vita?
Crede di averne la forza,
ma in fondo ancora
non ne ha la volontà.
"Giulia è ancora viva..."
E il suo volto assume
un contorno
deciso
afferma con decisione ciò che dice
lo timbra lo sigla lo firma lo marca
lo urla....perché ne ha bisogno.
"E tu? Che cazzo sei?
E tu? Se non fossi qui?
E ti muovessi un po'
e respirassi....
direi che sei morto Brunello....
PERCHE' LA STASI....
l'immobilità...ti ha preso....
perché credi che il mondo
ti abbia preso tutto...
Giulia è li dove è sempre stata
ma tu dove cazzo sei?"
"Sono qui....io sono qui adesso..."
E il maestro alzandosi
con i palmi forti di uomo
sbattuti sul tavolo cigolante
"E' questa l'unica cosa
giusta che hai fatto...
esser qui....Lunedì
ricominci ad allenarti..."
Ed una abbraccio forte
celebra il tutto
pacche sulle sue spalle.
Pacche che vanno contro
l'immobilità.
Colpi che alzan polvere.
Dove di polvere c'è ne tanta.

Quella notte di nebbia e amore

Una notte m'innamorai.
La nebbia avvolgeva tutto
e componeva
carezze d'acqua
sul mio volto
impertinente
di studente.
Sfrecciavo veloce
così tanto
che lampo dinanzi a me ne fu sorpassato e mi mostrò il dito medio
"BASTAAAAAARDOO!!! Non si sorpassa a destra"
lampo ligio alle regole.
Ma io no,
perché quella notte
correvo,
fuggivo dall'eco
di una vita morbida.
Quella notte avevo te
e solo te,
avvinghiata al mio corpo
e come le radici di un albero
e tue dita e le tue mani
eran dentro il mio petto
ed il mio sangue pulsava nelle tue vene
ed il tuo sangue pulsava nei miei lombi
ed il mio sentimento era il tuo sentimento
e tutto PER DIO
tornava.
Tornava come un'equazione
senza incognite.
La nebbia sembravan piume
di passerotti fantasma
ed il cinguettio
era il vento gelido,
ma a noi non fregava un cazzo,
del freddo,
dell'esame fallito,
della riga sulla vespa nuova,
del governo Prodi,
della guerra
oddio ci dispiaceva per la guerra,
ma vabbé l'amore era un lasciapassare
per l'istante di felicità
che vivevamo,
e le tue labbra sapevano
di mentadent
e le mie di colgate,
e la tua pelle di crema corpo nivea,
messaggi promozionali fissati in ricordi
ed erezioni
ed i battiti e le mani ladre di epitelio bollente.
L'amore è tutto quando è ogni cosa
e tu divieni la tela
e la vita è un disegno
ed io che non ho mai saputo disegnare neanche quella fottutta natura morta che mi obbligavano a fare alle medie, io dipingevo come una stampate a getto d'amore.
La notte di nebbia,
profumava di te,
Giulia.


Due volte l'anno

La luce del mattino non bastava neanche a distinguere un elefante da un barattolo di salsa, mentre Brunello assonnato si dirigeva verso il cantiere, sbuffando vapore nel freddo di un giorno non identificabile che chiameremo Giovesabatodì 34 Settembraiogno di un anno inconsistente del non-Signore.
Aveva finito latte e biscotti e allora decise prima di prendere il pulman di far colazione al bar vicino alla fermata:"facciamo i signori!" pensò odorandosi le ascelle per vedere se la doccia di ier sera avesse sfondato il muro del tempo che la nott....va insomma per controllare se puzzasse oppure no.
La colazione
è una orazione
al tempo
ci si può perdere in chiacchere
sul calcio
sul bosforo
sulle metereologiche condizioni
che rendon il governo
passibile del reato di furto,
si può star in silenzio
e fissar il cappuccino
rilassarsi
dallo stato schiumoso
al suo stato di calma piatta,
la si può fare in 3 minuti esatti
con lo sguardo duro
e orologio-apprensivo-contemplante
di chi sta sprecando tempo/denaro
nel frattempo.
La colazione al bar
è il luogo dove
la vera costituzione
di questa repubblica
delle banane importate
è stata scritta!
Appena dentro si sentì come nel mercato del Cairo: caos, chiacchere, TIN TIN di sottobicchieri e tazze che si scontravano come molecole, come api di un alveare troppo stretto, persone diverse nello stesso posto per fare la stessa cosa in modo diverso. Ognuno ha i suoi gusti al bar: con poca schiuma, in tazza grande (come la canzone di Dalla), al vetro, macchiato freddo, con poca marmellata, vuoto (VUOTO!? ma vai a fare la dieta da un'altra parte!), no il cornetto la sfoglia grazie, prendo solo un caffé (poi mangi la merda delle macchinette distributrici a lavoro, mafallafinita).
Oh cornetto alla crema
sei degno di proferir parola
mi approfitterol di te
ancora una volta
la tua crema calda
sarà porno di me
sarò la tua nuova casa
sarai il detonatore
della mia felicità istantanea.
Nel trambusto del bar bisogna farsi valere per ordinare:
1)ignorare la scritta "munirsi di scontrino alla cassa prima"
2)fare breccia del muro di persone che ricoprono il bancone come una barriera corallina, come la membrana di una cellula, in doppio strato personeciccionelipidico e farlo con tutti i mezzi: in guerra in amore e al bar valgono tutti gli espedienti!
3)parlare chiaro come per una dichiarazione dinanzi ad un giudice: i veri uomini ordinano, e tutto viene compreso in un unica serie di suoni maestosi.
4)difendi la tua posizione, il tuo zucchero e la tua pasta dolce fino in fondo oppure nell'indecisione levati dai coglioni e vai a trovar posto nei tavolini degli eletti (quando ci sono), ma queste son scelte oculate, come muovere la fanteria leggera sul crinale o farglielo aggirare a Waterloo.
5)paga, e se sei arrivato vivo fin qui ricevi una onorificienza dallo stato.
Brunello fatta breccia fu respinto da un "e ma scuuuuuusiiiiiiiii ci son prima io NON SALTIAMO LA FILA!"
e fu sputato fuori e bandito dal bancone; una volta penetrato dopo 10 minuti di spintoni ascese al cielo e "deve fare lo scontrino prima" e fu bandito nuovamente, non aveva neanche aperto bocca. Dopo lo scontrino fatidico, col cornetto con la crema che raffreddava nelle sue mani (si mangiano rigorosamente contemporaneamente alla bevizionegoduriosa del cappuccino) sfondò l'artiglieria comandata da un maresciallo del carabinieri e altri suoi colleghi e quando la divinità del barista gli porse attenzione (hai esattamente 15 millisecondi per ordinare prima che qualcuno ti sovrasti o lui si volti da un'altra parte più meritevole di attenzione) disse "un cappcpccncinno" che fu tradotto in un caffé al vetro in tazza grande macchiato freddo. Aveva fallito. Bestemmie interne. Cornetto freddo. 5 Maggio delle colazioni per mantenerci sulle metafore Napoleoniche, oggi era morta la colazione e le palle sventolavano roteando al vento al posto di salici piangenti o fronde d'alberi.
Poi assistette alla scena.
Un vecchio pomposamente vestito, seduto al tavolo dei potenti
veniva servito da un aiuto-aiuto-aiuto barista (piuttosto avanti in età considerando il rango)
mentre il vecchio avvocato/dottore/gradi alti delle forze dell'ordine/politico
offriva colazioni a destra e a manca
venendo ringraziato
stringendo mani
salutando gente per NOME
un tripudio italiano!
una scena da parlamento
da comizio
urlato
dalla balconata di un palazzo romano
osannato dallo sventolare di cornetti.
L'aiuto...........barista porta il resto
dopo un difficile conto considerando
la banconota da cento euro e le imprecisate
paste/cappuccini/caffé offerti
da questo esponente della alta società
prossimo probabilmente alla santità
già beato di certo
Pio avvocato Pio maresciallo
Il resto consisteva in monete oltre che in banconote
"MA NOOO ma che ci faccio co ste monete!?!?"
"NOOO prendile tu dai le vuoi no?"
il pezzente essere in divisa da barista prende
un euro dal mucchio di monete
pausa
"NE VUOI ANCORA?" urlando con nobiltà
"E PRENDI DAI...." con un gesto papale
ignorando in parte l'uomo fa cadere delle monete in terra.
Brunello si china ad aiutare l'uomo a raccoglierle.
"Ah grazie mille non si preoccupi" timidamente disse
senza nemmeno guardarlo in volto.
"AH NO per te NON C'E' NIENTE ho già dato oggi!"
riferito a Brunello in tuta da muratore/operaio
e giù risate con altri della sua stirpe, ombre eclissate
sullo sfondo comunque.
Ed ecco qui arrivati al dunque.
Sol 2 volte l'anno Brunello dimostra
un flebile orgoglio
figlio del suo sangue
nipote delle ossa
che sa di legno e pietra.
"Lei non è neanche capace di dare una mancia lo sa vero?"
disse scandendo ogni lettera, ogni parola.
Il trambusto si affievolì d'improvviso.
Il duca ed il pezzente si fissarono
negli occhi in quell'attimo
di pura democrazia
di pura irriverenza
di pura lotta di classe!?
"MA CHI CAZZO SEI ma COME TI PERMETTI?"
sbraitando con tutta la nobiltà che non ha mai avuto
"Non sono nessuno
ma
lei
è
il vero pezzente qui"
Così dicendo Brunello si volta ed esce via.


in un secondo scatta lo scambio

Fu in un secondo che lo scambiò scattò.
La vespa ancora era accesa
la ruota posteriore girava veloce
come il rullo di una cinepresa
BUONA LA PRIMA!
Si così...
primo piano su Giulia...
ottimo il make up
quel sangue dal naso
i due incisivi rotti.
Classica pioggia da scena drammatica
colonna sonora sorda
di un avvenimento banale
di una storia qualunque.
Lei ridotta in fin di vita,
lui ferito poco nel corpo
ma morto nell'anima.
Che altro aggiungere?
La veglia al reparto di
rianimazione,
l'odio del padre
profondo
"DA DOVE CAZZO SEI USCITO?
BASTARDO FIGLIO DI TROIA!
UBRIACONE DI MERDA!
SE ESISTE UN DIO..."
lacrime pensanti come mercurio
"MORIRAI SOLO
AFFOGATO NEL TUO VOMITO
BASTARDO!"
Parole di rabbia, rancore.
Una gran bella torta ripiena di sfiga,
sfiga come salame dal droghiere,
una fitta di dolore l'etto,
una parte di sanità mentale il grammo.
Fu così che Brunello
guardò l'alba
dal cavalcavia.
Con gli occhi segnati,
le guance bruciate.
Brunello il codardo,
tutti si aspettavano
la sua uscita di scena,
ma non ci accontentò,
ci restammo un po' male
in effetti,
Brunello ineducato!
Brunello adora pescare,
quando era ragazzo
ci andava con lo zio,
con una barca semi affondata,
da svuotare ogni tot di tempo
con delle enormi spugne,
una barca a tempo!
E stavan li per ore,
a volte in silenzio
a volte chiaccherando.
E quella volta che aveva abboccato un enorme polpo?
Gli era sfuggito per colpa del retino rotto.
E quella volta del pesce rimasto infilzato con l'amo sulla coda?
Era proprio un giorno per cui morire,
avvenimenti che ti fanno alzare le mani
in segno di resa.
Brunello era stato il polpo della situazione,
catturato dalla ittica cacciatrice di vite
ma sfuggito per un cavillo burocratico,
Giulia, invece, era il bel pesciolino
infilzato dalla coda. T'ha detto male Giulia.
Fino a poche ore prima,
ciondolavano le loro gambe
dal muretto che costeggia il fiume,
e parlavano di tutto,
d'infinito.
L'infinito.
Luce che illumina l'infinito.
La luce è segno di esistenza,
Se non si è illuminati non si esiste veramente.
E i ciechi?
Ne sentono il calore senza dubbio.
Se la luce non ti coglie come materia,
tu sei solo un sentito dire,
una firma su di un documento
da registrare, da inoltrare,
da verificare.
Loro si illuminavano a vicenda,
chilowatts d'amore autoprodotti
dal magnetismo reciproco.
"SOLEnoide mio,
campo elettrico di fiori,
sento elettroni e fotoni
li vedo e so che son veloci,
me ne fotto
dell'indeterminazione
di un quarto d'ora fa,
quando non ti conoscevo.
Ora tutto è delineato.
Come l'ultimo colpo di pennello.
Silenzioso e risolutivo"


se per una sola volta

se per una sola volta
fosse tutto come in un film
come un bel libro
di quelli che tremi
alla penultima pagina
perché sai
sai
come andrà a finire
come se avessi
preso un caffé con l'autore
un caffé d'intesa
lui ti guarda da lontano voltare pagina,
annuisce
ed è tutto bellissimo,
il finale perfetto
vere lacrime di gioia
e calore
e un bacio grande quanto la parola
eternità.
Ci son persone che non l'hanno mai finita di pronunciare,
eter...
etern...
et...
e son appassiti col sorriso su due labbra secche ma inarcate di gioia.
SE PER UNA SOLA VOLTA...
pensava Brunello guardandosi allo specchio
in bagno
col sangue rosso sangue,
perché altro rosso non c'è,
che scivolava lento e denso
dalla quella piccola protuberanza
impercettibile
del suo mento.
Solo la lama del rasoio ne conosceva il punto debole.
Era come i <<segni particolari>> della carta d'identità.
Nessuno.
Stronzate e la protuberanza del mento?
Non divaghiamo.
Solo una volta, pensava il nostro Brunello,
ti prego NonDio, tu che sei Non-onnipotente
che ci NonAmi tanto e ci Non-proteggi,
per una sola volta,
sarebbe bello,
esser di nuovo in un cerchio di 2 metri di diametro
insieme a lei.
Se per una sola volta,
le cose andassero come un film,
la inviterei al "ballo incanto sotto il mare",
quello del film di Ritorno al Futuro.
"angel earth angel...." fa eco nella sala
e tu saresti bianca e carne,
perfetta,
con i tuoi riccioli castani
scender sopra un letto di sensualità
e calore.
Col tuo sorriso timido e la tua voglia
di sdrammatizzare i momenti d'imbarazzo.
Sarebbe bellissimo,
non sarebbe reale MA DIO MIO!
Dio mio.
Chissenefrega.
Sarebbe un dolce vagare della mente;
ballando su di una sala di zucchero filato.
"angel earth angel" fa ancora eco nella sala,
e ti bacio.
Giulia amor mio,
il tempo e lo spazio son quella battuta del signore che entra in un caffé splash,
per noi.
Per noi non son niente.
Ed io si che ho la forza di dire ETERNITA',
perché non ho paura dei rimpianti e dei rimorsi,
visto che già ne colleziono molti.
"angel earth angel..." fanculo il paradiso
l'inferno, i santi, i demoni, le promesse, i politici,
i comizi, le idee, gli ideali, le proteste, le lezioni,
le cerimonie, i matrimoni, i parenti, iddio e mia madre che diceva che ero un fallito e aveva ragione.
Al ballo incanto sotto il mare sarei vestito con un abito troppo stretto e tu,
tu
rideresti di me, aiutandomi a mettere la cravatta.
Plic, plic, plic...
la goccia del mio sangue color del mio sangue,
trasforma tutto col ferro che porta,
in questa prigione di realtà.
Ed ho paura della forma
del nostro amore,
che come una goccia di sangue
scompare nel mare delle responsabilità.
Angel earth angel, canticchia Brunello,
ed esce dal bagno
e li lascia tutti i pensieri.


L'incastro del tempo - parte 1



Cammina in linea retta Brunello,
i pensieri son molecole di benzina
per lo sprint finale.
Ultimi tasselli cadono sul tavolo da gioco,
si incastrano involontariamente:
è scacco matto.
 "Ogni volta 
che 
la guardo...
Ogni volta
non riesco a non pensare com'era"
e così dicendo stringeva forte la tazza
del caffé americano,
nervosamente prendeva il mozzicone
di sigaretta tra le labbra screpolate
e ne incendiava la punta
aspirando il veleno
nell'anima di carbone.
"Signore io..."
"Tu credi che abbia scelto di odiarti?"
spalancando gli occhi, un mosaico di striature rosse
come il rosone di una cattedrale insanguinata
"Tu credi che io abbia scelta?
Io voglio indietro la mia vita
la mia famiglia perfetta cazzo
ma non è possibile
mi hai portato via tutto Brunello
la cosa più importante
l'unica vera testimonianza del mio tempo
l'unica cosa ben riuscita che io abbia fatto
e per questo"
sbattendo il pugno sul tavolo
tutti si voltano ma sticazzi
"per questo tu non la potrai più rivedere...
e credimi in realtà ti faccio un favore
pur non volendo"
e giù un sorso di caffé
e via un'altra sigaretta.
Il signor Musumeci
gioca la sua vita al lotto di un dio crudele,
sulla ruota sbagliata.
Ambo terno quaterna e cinquina
son gocce di sangue perse per strada.
"Ma lei non capisce
magari vedendomi
rinsavisce
potrebbe aiutarla a reagire"
"NO! NO! NOOOOOOOOOOO"
Il tramonto è di piombo
piombo dentro vene bollenti.
Brunello sa che solamente sacrificando tutto se stesso
in questo ultimo grande, enorme, inebriante ERRORE,
potrà ridar senso a tutto e speranza a tutti.
Bella cazzata,
e mentre cammina,
bella merda la vita,
e mentre sorride,
ti amo giulia,
e nervosamente ruota tra le dita una moneta in tasca.
Ne sente il volto in rilievo.
Giulia è quel volto in rilievo nei suoi pensieri.
"Pronto?"
"Mister sono io"
"Cristo santo bruné ma dove cazzo sei sparito?
tutti ti stanno cercando
la tv parla di te e di Giulia
dimmi dove sei che vengo a prenderti"
"Ascolti bene le manderò un sms
con l'indirizzo tra breve
ho fatto come mi aveva detto
mi sono mosso dall'immobilità
e lo fatto senza rimorsi"
"Brunello non far..."
"Mi ascolti la prego
ho poco tempo
dovesse finir male
volevo dirle che è stato come un padre per me"
"Perché brunello cosa cazzo dici?"
"Mister la vita l'ho sbagliata tutta
ma quest'ultimo colpo
lo piazzo proprio sul bordo del tavolo
ne sento il brivido dell'azzardo
e la pallina ruota ruota e piega lo spazio
ed inganna le leggi della fisica"
tu tu tu tu tu tu 
"brunè sei un coglione....porcoddio!"
Nel silenzio la sera diviene notte,
una notte stellata
il cielo apparecchiato come una tavola
a natale
le stelle son canditi
zucchero che è vita.
Piano piano brunello
senza fretta
scavalca l'inferriata.
Il vecchio cane lo degna appena
di un guaito e si rimette a dormire.
Arrivare alla sua finestra è un attimo
sospinto dall'attrazione
due poli
sempre più vicini.
La vede tramite il finestrone
appena messi i piedi sul balcone.
Guarda la tv.
Si volta verso di lui.
Gli sguardi si incontrano
ed i suoi occhi marroni
sono
tutto ciò che ha senso.
Come respirare di nuovo dopo anni di apnea.
Come dissetarsi dopo una corsa sotto il sole.
Sono stagioni
inverni lunghi sotto le coperte a darsi pizzicotti
estati all'ombra di alberi dondolandosi su di una amaca
sono cose che avrebbe voluto fare,
cose che ha sognato
e che son scivolate di colpo dalle mani.
Lenta in camicia da notte apre la porta del balcone.
"Giulia...." e non riesce a dir altro sopraffatto dal momento
"ehh...quando...
quando viene Brunello?" abbozzando un mezzo sorriso
"Giulia sono io... sono Brunello" incredulo.
"C'è sempre tanto traffico..."
e lentamente torna verso la sedia.


L'incastro del tempo - parte 2

Giulia seduta sul letto
guarda la stanza del motel stupita.
Lei è sempre stupita.
"Ti amo" Brunello lo sussurra
come se avesse un masso sul petto
come se avesse l'affanno di un miliardo di anni.
"Quando viene Brunello?" inclinando il volto
e tutto il mondo s'inclina con lei,
e tutto l'universo pende dalle sue labbra,
tutta l'esistenza sta dentro una sua lacrima,
umida come la sua saliva
ignorante come lo sporco sotto le unghie
dolce come l'odore del suo shampoo.
Brunello la bacia.
Lei non si ritrae. Lei non partecipa.
Brunello la bacia ed immagina il tempo fermarsi.
Esplodono gli orologi di tutto il mondo,
lancette e rotelle dappertutto.
Come su di un palco dinanzi ad una platea sterminata
il riflettore illumina questo momento che già non c'è più.
"Appena viene Brunello mi porterà a mangiare la pizza"
con l'innocenza di una bimba.
E brunello sente una lama rovente nello stomaco,
si piega sulle ginocchia dal dolore,
piange,
piange,
"Ti amo Giulia" e piange.
"Aspetti anche tu Brunello? Non piangere arriverà"
e per un attimo sorride e lui la rivede,
la rivede in quel vestito blu scuro con la maglia fucsia
a coprire la scollatura troppo vistosa,
con gli stivali intonati,
la rivede nell'angolo un po' spersa,
a quella festa che non ricorda più di chi fosse.
La vede imbarazzata non conoscere nessuno,
poi lo sguardo taglia lo spazio,
non appena l'impronta digitale dei due volti combacia,
i loro DNA s'intrecciano,
e lei sorride, e sente già il calore dell'abbraccio,
il sapore del suo bacio,
sente già che faranno l'amore un po' alticci,
e parleranno di viaggi e del futuro.
Un futuro che non si è avverato.
Un futuro che non esisterà mai.
"Si arriverà amore mio ed andremo a mangiare
la migliore pizza del mondo".
BAM BAM BAM,
la fine di questa storia bussa alla porta.
"APRI FIGLIO DI PUTTANA!"


L'incastro del tempo - parte 3

Il tempo quando arriva la fine
non rallenta
come nei film.
Nella vita vera
è un lampo
ed è proprio questa
istantaneità
che ci fa palpitare,
stupire
stupire
e stupire ancora
in questo mondo
di perenni deja vu
e di pura, liquida insensibilità.
Brunello apre la porta
tremante
spaventato
dalla inevitabile sofferenza
guarda Giulia per un attimo
guardare nel vuoto
e poi viene travolto
dalla furia del padre
che lo scaraventa a terra.
"Giulia tesoro stai bene?"
ansimante
"Tesoro guardami stai bene
ti ha fatto qualcosa!?"
ansimante
"Quando viene Brunello?"
candidamente
come se il mondo fosse caramello
e la vita fosse
come quando vi si addormenta un piede
o una mano
impalpabile.
Brunello si rialza
e
sa che è giunto il momento.
Per un attimo vede
il campo da ping pong
perfetto
liscio
pura armonia geometrica,
vede la pallina roteare
dinanzi ai suoi occhi
così velocemente
da assorbir
la luce
come un buco nero.
Vede il punto dove la vuole scagliare
PURO AZZARDO,
come la vita, come la sua intendo.
Farfalle nello stomaco,
gambe tremanti,
muscoli pronti.
La racchetta colpisce
come una carezza
di un gigante
sul volto di una fragile bimba.
"L'ho scopata tutto il tempo..."
dolore
"Certo che scopare una menomata
mentale è proprio divertente...."
dolore, orrore
"Puoi fare tutto ciò che vuoi
del suo corpo
non dice mai di no"
e la pallina parte
per il suo ultimo viaggio,
ultimo colpo
per l'ultimo punto
dell'ultimo incontro,
deforma spazio-tempo-luce-fede-amore-ideali-amicizia
deforma il mondo che conosciamo
deforma il pensiero
la realtà
"IO TI AMMAZZO!"
il padre lo assale con una forza
una rabbia
diventa contundente
come una lama
i pungi son rossi come
l'odio
e odoran di sangue
"TI AMMAZZO!!! AHHH!"
e giù un colpo sul volto
il dolore fa male
Brunello incassa
la fine è servita
come il conto al ristorante
su di un piccolo vasoietto
coperta in una fodera di pelle
di pelle umana in questo caso.
"TI AMMAZZO!!!"
Giulia fissa la scena,
inizia a tremare,
ma questo ne Brunello
ne Salvatore lo sanno.
Sono attori di un teatro
senza scena
senza pubblico
BIANCO,
ma d'improvviso
un rivolo di sangue segna
lo schermo.
Giulia sussulta.
Una goccia "plic"
cade dietro ai suoi occhi.
Giulia sussulta ancora.
E giù odio e giù pugni
e imprecazioni
è giudizio finale
è apocalisse
finalmente titoli di coda
di un film troppo lungo
e insensato.
Giulia sussulta ancora
tremante
le pupille si dilatano
per una luce
diversa. Trema trema
ha paura
trema trema tanta paura trema trema trematrematrematrematrematrematrematrema Brunello? trematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrema LA MORTE!?trematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrema IL SANGUE? Mio padre!?trematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrema
"NO PAPA' NO FERMO!"
e si alza di colpo dal letto
dall'immobilità
dalla polvere
e la sua figura s'incastra
nel tempo
e di nuovo E'.
I due attori sono increduli.
Lei li separa,
e loro non reagiscono,
il padre cade indietro
indietreggia strisciando.
"no no no così lo uccidi
no amore mio no no
Brunello amore mio" e piange
e sembrano lacrime come brodo
bollente su guance gelate.
Brunello è una maschera di sangue
respira a fatica e
"eheheheh" ride dagli incisivi rotti
dal labbro sanguinante
"ehehehehe" ride !?
"Giulia.... Giulia mi riconosci?"
dice il padre stupito.
Sirene echeggiano nel vicolo,
luci blu tremano per la stanza.
Rumore di passi frettolosi.
Entrano due poliziotti in un teatro
sempre più pieno di colori forti.
"Brunello amore .. .ma cosa è successo!?"
Giulia non capisce
"Brunello mi senti?"
"eheheheheheh ti amo Giulia"
"Dio mio ... anche io ma ..."
"Signorina lo deve lasciar andare
dobbiamo portarlo via
insieme a suo padre" dice il poliziotto
"ehehehehe Giulia mia sei tornata!"
e mentre lo tiran su di peso.
Dietro i poliziotti
il maestro
lo fissa preoccupato
"Maestro..." e mentre
gli passa di fronte
"Bruné ..."
il maestro guarda Giulia,
guarda il padre con i pugni
insanguinati
"Maestro ... tac ..."
mimando il gesto di un colpo
da ping pong
"... bordo del tavolo"
e sorride insanguinato
ma di nuovo vivo.



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