venerdì 13 dicembre 2013

Frammento di futuro n°1

    Sedevano su tre sedie semidistrutte: due in legno e ferro da arredamento scolastico di cui una probabilmente di un asilo considerata l’altezza; la terza invece era la classica sedia da giardino a fasce di plastica di colori vari, anch’essa decadente e decaduta, aveva di certo visto tempi e giardini migliori.
La brace dal barbecue oramai morente ogni tanto crepitava ancora; la bambola “baby mia” trovata in un cassonetto, seviziata e giustiziata, era mezza sciolta oramai ed un bulbo intatto spuntava dalla plastica bruciata ed un puzzo di raffineria si levava dai resti in decomposizione.
Da dentro la casa c’era ancora un vociare che si levava in quella notte di Dicembre: era una notte importante per molti, molto importante per tre, importantissima per uno in particolare.
E loro tre eran la, un po’ come sempre, ma un po’ come non mai: Nicola guardava in terra con i gomiti sulle ginocchia a reggersi il capo, ogni tanto alzava lo sguardo e poi lo riabbassava di nuovo. E pensava a Lucia e ai danni che faceva il suo cazzo. Non l’amava. A volte è veramente difficile trovare una scusa per non amare qualcuno, ma Nicola era bravo in questo. Sandro col corpo tutto indietro, le mani gelate in tasca, fissava il cielo senza poter scorgere una stella, ma tanto sapeva che eran la. Ci son cose che sai che esistono anche se non le vedi, ci son cose che son belle anche dopo averle viste una volta sola e poi mai più. Ci son cose che son belle anche se fissate dentro un ricordo che magari è pure tutto sbagliato, perché si era sbronzi quella volta, perché si era troppo piccoli o solo perché una cosa a volte la si vuole ricordare in una certa maniera a prescindere da tutto e tutti. Sandro già sapeva che quel momento sarebbe stato bello, dopotutto era il più sensibile o meglio “frocio” come avevano emesso da tempo gli altri due e non ci potevi far nulla: la loro era l’ultima vera democrazia della terra.
“Ohi frocio che pensi?” disse Silvio dopo un sorso del 67 esimo bicchiere di vino della serata “non ti metterai mica a piangere eh? Per favore già non scopi normalmente! Quante volte te lo devo dire che l’uomo sensibile scopa solo se alternato a quello stronzo!?” e giù a ridere e giù a tossire.
“toh parla già come un dirigente d’azienda!” disse Nicola senza cambiar posizione, sembrava una sfinge su di un cesso “ti voglio proprio vedere coglione a fare qualche discorso motivazionale sull’emancipazione femminile nella tua azienda e dopo mezzora far colloqui a qualche bella stagista inginocchiata sotto il tavolo! MA SMETTILA VA! In galera crescerai (cit. 3° livello)!!” e mentre abbassava lo sguardo come aspettasse qualcuno da sottoterra, magari dalla Cina.
“Mi sono infrocito ancora di più da quando vi conosco” disse Sandro rimettendosi col corpo in avanti “qualcuno deve pur averci un minimo di sensibilità in mezzo a voi tre ergastolani del cazzo”
“ma nel senso che abbiamo il cazzo a regime di carcere duro? Oppure …” disse Silvio senza neanche finire la frase.
“Vabbè visto che sono il più frocio inizio io” e così dicendo Sandro si alzò e si diresse verso il barbecue. Mise il dito in una parte constatata a temperatura ambiente e si disegnò due strisce nere di carbone sotto gli occhi.
“son frocio indiano d’America ora” disse ridendo
“due minoranza si annullano a vicenda non potete discriminarmi” e si sedette pesantemente.
“se c’era ancora luiii dormivamo con le porte aperte e tu saresti stato un tester di marche di olio di ricino” e mentre Silvio riempiva il 68 esimo bicchiere.
“ma chissà quanto spendevano di riscaldamento a quel tempo?! Stavano sempre con queste minchia di porte aperte” disse Nicola anch’egli rialzandosi.
L’idea era di raccontare una storia ciascuno per concludere la serata e probabilmente uno dei loro ultimi incontri per chissà quanto tempo. Qualcosa che avesse significato. Dopo tutto quello che era successo in quei giorni, il tempo finalmente era rallentato e si era fermato in quell’istante lungo che era adesso. Per farlo rallentare si eran fatti più che male in questi anni, la maggior parte erano ferite invisibili, la maggior parte erano ferite nell’orgoglio che ho sempre immaginato come una striscia durissima di cuoio che però si segna facilmente anche se non si taglia altrettanto agevolmente.

“allora” disse Sandro schiarendosi la voce “mio zio Luigi vendeva enciclopedie porta a porta quando ancora qualcuno comprava le enciclopedie porta a porta o meglio quando ancora qualcuno comprava le enciclopedie per chissà quale motivo credo probabilmente ornamentale … Ed era molto bravo in quello che faceva … molto estroverso di natura … riusciva sempre a concludere qualche contratto e ci riusciva con persone di diverso ceto sociale … mi raccontava sempre che la cosa importante era trovare la chiave di volta che faceva scattare nelle persone la voglia di comprare questa cazzo di enciclopedia … a volte la si metteva sull’ironia … a volte qualche lusinga … il segreto era osservare … quasi come uno Sherlock Holmes osservava i più piccoli dettagli della scena di un crimine … mio zio invece guardava dettagli per trovare qualche appiglio da sfruttare per vendergli … ste cazzo di enciclopedie … beh tagliando corto … le cose andavano di merda in quella filiale di quella società di enciclopedie in quella mia stracazzo di città dimenticata da cristo che ricordiamo esser rimasto bloccato ad Eboli da uno sciopero di Trenitalia … piglia un giorno che ti va a succedere? Il capo di mio zio si fotte tutto il fondo cassa e scompare … la filiale fallisce e lui finisce in mezzo ad una strada con una moglie e una figlia da mantenere … aveva lavorato in giacca cravatta e sorriso forzato per 4 anni macinando chilometri su quella uno bianca mezza arrugginita dalla salsedine perché la usavamo per metterci la barca quando andavamo a pescare e non avevamo manco i soldi per un rimorchio quindi la mettevamo sul porta pacchi sopra e insomma … vabbé l’acqua salata aveva corroso parte della vernice … insomma ora mio zio era di nuovo per strada … disoccupato … beh ci son momenti nella vita che veramente vorresti prendere una scala a pioli … piantarla per terra salire due dieci fanta miliardi di scalini arrivare in cielo guardare dio in faccia metterti il paradenti da pugile e dire <<ti spiezzo in due>> … ma rabbia a prescindere non sapeva veramente cosa fare … andò per un periodo da mio padre a Milano per vedere se trovava lavoro …  ma gli mancava la famiglia e la sua terra … non è che piglia a 45 anni fai le valigie e parti … la vecchia generazione non sono mica come noi che non sappiamo quale cazzo è casa nostra e ce l’abbiamo un po’ dappertutto … fatto sta che una amico di amici gli propose di fare il muratore … dopo anni di giacca e cravatta mio zio che comunque tiene le palle come i satelliti di giove prende e si mette a fare il muratore … appalto dopo appalto … palazzo dopo palazzo lo vedevo sempre più consumato e stanco e depresso … una volta la ditta per cui lavorava vince un appalto a Rimini per costruire delle palazzine … e mio zio Luigi si ritrova a Rimini a centro di Dicembre … tutta innevata … senza ragazze in bikini ne ritmi latino americani del cazzo o disco dance in culo a soreta … e mentre sta li in alto sull’impalcatura … vede tutta sta neve … sente un freddo bastardo … si fa schifo e gli fa schifo tutto … piantando un bullone dietro l’altro con una mazza … sbaglia … e si da un colpo sul pollice della mano sinistra … il colpo è bello forte … un dolore come di un miliardo di volte quando ti si addormenta una gamba o un braccio … si toglie lentamente il guanto e mentre suda e mentre scende la cazzo di neve nella cazzo di Rimini di quel cazzo di Dicembre … e non c’è una in bikini manco a pagarla oro ne un suono latino americano nell’aeree Maracaibo mare forza nove … solo neve e un botto di dolore al pollice della mano sinistra … si toglie il guanto e il dito e tutto sfasciato … l’unghia spaccata gli cade in un attimo … vede il sangue … prende il dito e lo mette dentro la neve che aveva li accanto … ammonticchiata sull’impalcatura … e vede il rosso del sangue colorarla lentamente … un po’ piange … un po’ fa di no con la testa … e pensa a lui alla giacca e alla cravatta e alle enciclopedie che poi era stata la cosa più intellettuale che aveva fatto nella vita … cristo … vendeva conoscenza per dio … e poi si vede li come un coglione accovacciato col pollice sfasciato dentro la deve mentre questa diventa una granita di sangue … dopotutto lui è siciliano e noi si sa siam bravi a fare la granita … insomma fatto sta che sta li … e a quel punto decide … <<vaffanculo>> si vaffanculo … scende dall’impalcatura <<ehi Luigi dove vai?>> va verso la baracca del capo cantiere … e mentre dal dito gli scende il sangue e lascia per terra una scia sulla neve … che io voglio credere sia indelebile … cioè cristo lui passa di la e ci lascia un po’ di se … e chiunque passa da li può dire che Luigi è passato di la e mandava a fare in culo tutto in quel momento … come le cazzo di targhe dei martiri o quelle che mettono nelle case dei poeti o dei filosofi o degli scrittori che pur non avendo un cazzo in comune con mio zio Luigi io comunque li metto sullo stesso piano … insomma va dal capo cantiere e si licenzia … va in quella pensione di merda dove stavano prende la roba … si fascia il dito alla meno peggio … non va manco all’ospedale … vaffanculo Rimini d’inverno …  la sua totale assenza di bikini e di musica dance o latino americana di questa gran minchia … prende l’aereo e se ne torna in Sicilia … si fa i suoi bei mesi di disoccupazione rifiutandosi di lavorare come un negro in nero da muratore … e NON PERCHE’ NON HA LE PALLE PER FARLO … O PER ORGOGLIO … o per qualsiasi altra ragione … ma perché nella vita che poi è una sola per cristonostrosignoreamen … devi fare qualcosa che ti dia qualcosa di più di qualche soldo … perché è più facile portare la pagnotta a casa che esser felici davvero … perché il lavoro nobilita l’uomo se l’uomo fa un lavoro che lo nobilita davvero … se fa qualcosa in cui crede e che porcoddio lo arricchisce un minimo … ci son persone che quando vedono il palazzo costruito son fiere di se stesse e mio zio era felice quando vendeva le cazzo di enciclopedie in giacca e cravatta … insomma ragazzi … insomma … “ pausa lunga non voluta ma comunque che fa molto teatro “insomma … a volte per capire cosa è la felicità … ti devi prendere un colpo di mazza sul pollice”.

giovedì 12 dicembre 2013

Quei durissimi chewing gum

Sandro pensava intensamente con il suo miglior sguardo alla Giucas Casella, fissando la bocca perfettamente tonda del suo interlocutore, a quei durissimi chewing gum che distribuivano delle macchinette nei tabacchi quando lui era piccolo: dolcissimi, ma impossibili da masticare se non dopo ore di “succhia succhia” (Cit. 3° livello)[1]. Come un monaco tibetano si esercita in gite fuori porta extracorporee domenicali, Sandro si estraniava, catapultava via forzatamente il suo molliccio cervello siciliano oltre l’orizzonte innevato, per evitare di prendere chi gli sedeva di fronte a sberle o peggio ancora di fargli dir “cheeeseee” con la faccia nella toilette profumo lavanda del TGV Parigi-Milano, ovviamente il tutto dalla classica inquadratura dal punto di vista dell’interno tazza.
Le toilette dei treni francesi meritano una piccola digressione: esse hanno il 97% dell’atmosfera interna di pura molecola di lavanda e il 3% di ossigeno libero, di conseguenza anche la minima flatulenza può provocare l’asfissia verso una morte certa dell’occupante: infatti una volta Sandro era talmente tanto in carenza di ossigeno che dimenticandosi di chiudere la porta su di un regionale verso Lione in quel super tecnologico cesso ferroviario si era pisciato tutti i pantaloni perché il controllore aveva aperto la porta d’improvviso e “pardonemuà monsieur e mannaggia a chi te murt”; questo ovviamente di fronte a tre francesine sedicenni che transitavano nel mentre dinanzi alla toilette in tipica divisa da collegiale. Pisciarsi dei pantaloni in pubblico è una cosa veramente democratica: rispetto al pantalone urinato le differenze sociali si annullano ed è in quei momenti che lo stile fa la differenza. Sandro era tornato come se niente fosse al proprio posto ancheggiando come il più molleggiato Celentano.
Ma tornando al presente, Sandro e il suo appiccicoso interlocutore avevano in comune due cose: i loro DNA appartenevano alla specie umana ed entrambi erano emigranti in Francia. Stop. Per il resto il signor “Francesco ma tutti al paese mi chiamano ciccio” apparteneva alla classe dei <<coglioni saccenti so tutto io della vita uomo di mondo fidati che se l’Italia va a puttane è per colpa dei negri e degli slavi>>.
“Perché capisci questi qua vengono e rubbano… stupprano… e poi nun si lavano mica!? Dimme na cosa buna che hanno fatto gli slavi?” e continuava a ruota libera mentre Sandro invecchiava come il ritratto di Dorian Gray dall’omonimo romanzo.
“il porno” e così dicendo Sandro alzandosi raccolse la borsa e andò via a cercarsi un altro posto per continuare il viaggio in santa pace.
“ma perché mi capitano sempre sti personaggi cazzo?” pensava tra se e se Sandro “perché non mi possono succedere degli incontri assurdi di maiale indemoniate come a quel bastardo di Silvio!” così dicendo borbottava e rimuginava attraversando vagoni strapieni di persone in palese eccesso di anidride carbonica.
Sandro si riferiva a quella volta che il suo migliore amico Silvio, che avremo presto il dispiacere di conoscere, aveva trovato una tipa fuori di testa su di un intercity Roma-Firenze che l’aveva trascinato in bagno e aveva preteso un campionario completo di cazzi stile manuale delle giovani marmotte maiale edizioni bompiANI (cit. 1° livello). Come se non bastasse la suddetta ragazza di un età non meglio identificata, per rimanere nello stereotipo della maiala come solo Silvio sapeva trovarne, aveva continuato ad assillare il povero Silvio di videochiamate skype che avevano come tema principale la sparizione di vegetali e di frutta fallica nei voraci vegetariani orifizi della giovane: poi non dite che le nuove generazioni ignorano il terziario e l’artigianato! La tipa riusciva a tornire una zucchina col culo in 20 secondi tagliandola alla julienne come il miglior gordonremsy. La “vegetacazzi” così come era stata soprannominata aveva interrotto la relazione skype dopo che Silvio aveva chiesto una notte, con tutto il suo charme sardo, “Ma poi sta roba la lavi e la mangi o la butti?”.
Niente da fare a Sandro capitavano solo rompicoglioni. Nel grafico a torta che è la vita del povero Sandro, nemmeno uno spicchietto era dedicato agli “incontri sessuali promiscui ferroviari”. Che vita buttata dal finestrino di un treno in corsa!
In effetti non c’è miglior modo di presentare i nostri protagonisti se non attraverso il rapporto che hanno con il gentil sesso, che poi nel caso di Sandro questo “gentil sesso” aveva avuto inizio con una sua famosa cugina ampiamente navigata di trapani, che aveva trasformato una normale gita al mare in un incredibile evento! Non poteva mai dimenticare come, mentre Sandro faceva il suo dovere, lei continuasse a chiedere “Ti piace eh? Ti piace si vede! Ti piace eh? Ti piace o no?” ma che cazzo di domanda è pensò sul momento Sandro alquanto confuso. Questo evento lo segnò talmente tanto che durante la sua seconda volta con una bellissima compagna di classe del tempo (Katia si chiamava, ma quanto cazzo era bella Katia!) Sandro costellò l’incontro farcendolo con “minchia quanto mi piace! Quanto cazzo mi sta piacendo! Oh certo che veramente mi sta piacendo un sacco!” pensando che la prima volta avesse peccato in comunicazione. Katia apostrofò d’improvviso “Ma sei scemo o cosa?”.
Quindi il rapporto di Sandro con le donne può riassumersi nella parola: problematico.
Il nostro caro Sandro era il tipo che si innamora delle migliori amiche e poi ci sta male se loro rispondono :”chiamo il 113”. Quanta ineducazione al mondo. Quante incomprensioni. Quante chiamate al 113.
E quella volta che dichiarandosi ad una donna lei l’aveva interrotto dicendogli “Ma no no no io non ti amo comunque”? Eventi biblici.
“e cazzo fammi finire almeno” aveva pensato e mentre piangeva sull’honda bali del 92 che aveva 46 mila chilometri d’età, e mentre il bali borbottava nel traffico e Sandro piangeva, mentre pioveva; e mentre piangeva e pioveva e il bali borbottava Sandro si chiedeva il perché provasse tutto questo dolore? Cosa ci fosse di sbagliato in lui? E così pensando aveva smesso di mangiare, era dimagrito 40 chili, era diventato uno sportivo, aveva rinnovato lo stile, il look,tutto ciò sotto gli occhi di Silvio e Nicola increduli. Si era ripresentato otto mesi dopo alla spezza cuori ineducata di prima, durante una festa in campagna: l’idea era di ottenere una piccola rivincita, invece la tipa se lo era rigirato come un calzino, perché diciamolo che le donne fanno dei tipi come Sandro, i creduloni/illusi, quello che vogliono. Si erano appartati, e lui la desiderava talmente tanto che sentiva due forze di gravità, la prima dall’alto verso il basso, la seconda da lui verso lei. Altro che la mela di Newton! “questa sera è veramente speciale” e mentre lei lo fissava con i suoi grandi occhioni azzurri. E Sandro pensava “è fatta raga!” calcolava tutto, strategie napoleoniche, accerchiamenti di seni e vie d’uscita quagliesche.
“è tutta la serata che voglio dirtelo Sandro … ho conosciuto un tipo e ci sto insieme da qualche settimana … credo sia l’uomo giusto” e li la vita del nostro protagonista cambiò di colpo. Si alzò e fu compostamente ma inevitabilmente “porco dio”. La sua prima bestemmia. Parto cesareo dell’assenza di dio.
E mentre andava via era felice; mentre andava via era triste. L’importante comunque era andare via in quel momento. Le costellazioni gli sorridevano o magari lo prendevano per il culo, ma va bene così. E Silvio rise fino alle lacrime di quella storia e Nicola apostrofò la serata con un aulico “mi fa male il cazzo andiamo raga”. Petrarca non avrebbe saputo dirlo meglio.
Sandro era un sognatore. Aveva fatto del suo sogno la sua vita: la ricerca. Ma sapete i sogni son molto diversi quando si avverano principalmente perché i sogni non si avverano mai, ci si va vicino come quando a bocce sfiori il boccino, ma non puoi fondere boccino e boccia in un'unica perfetta sfera, è impossibile. Stessa cosa vale per i sogni: ci si può avvicinare ma non sono mai come quando li pensi fissando il cielo sospirando. Realizzare un sogno spesso comporta molte rinunce e Sandro ne aveva fatte tante di rinunce per realizzarlo. Era emigrato in Francia, si era lasciato tutto alle spalle. E la verità era che non ne valeva la pena, ma aveva più orgoglio nelle vene che globuli rossi e questo non l’avrebbe mai ammesso. Pensate a Cristoforo Colombo: aveva il suo sogno di andare per mare verso le indie, lo realizzò dedicandogli tutta la vita, e mentre lo faceva a Genova gli ciullavano la moglie magari. Karma alcuni direbbero? Troia direi io.
Perché Sandro era su quel treno non era mica un mistero. Stava tornando verso la città dove si era laureato per la festa di laurea del suo caro amico Silvio che era riuscito a concludere gli studi dopo 7 anni, 3 dei quali passati in un limbo di tesi più simile all’inferno. Ma poco importava adesso, di tutta la fatica, degli eventi assurdi degli ultimi anni, erano stati shakerati in una specie di lavabiancheria cosmico, dove il sapone era la sfiga. Ma va bene così, adeso era tempo di festeggiare. Cosa che richiedeva tutte le energie a disposizione oltre che un’organizzazione minuziosa. L’idea era di passare a prendere Nicola a Milano. E scender giù a raccattare gli altri due membri del gruppo per riunirsi con Silvio e celebrare e bere e “come se non esiste un domani” anche se domani comunque poi alla fine esiste.
Alla fine riuscì a trovare un posto per sedersi ed ovviamente
“ma tu che ne pensi di kylie minogue?” gli chiese un tipo.
“beh è veramente molto bella” rispose diplomaticamente Sandro “si dice abbia uno dei fondoschiena più belli del mondo” e mentre lo diceva era scientifico e neutrale, distaccato e chirurgico nella precisione lessicale.
“e certo” intervenne una tipa seduta di fronte a loro “perché se non hai il culo bello in questa società maschilista non vali un cazzo! Che serve studiare? Bla bla Società Sessista bla bla Donna oggetto bla bla” e mentre tutto ciò accadeva sul palcoscenico che è la sua vita, per la serie <<oggi in programma un frullato di rotture di coglioni dodicesima replica>>, Sandro non poteva crederci “ho un dottorato ma devo esser giudicata per il mio culo no?” e così dicendo Sandro alzò la mano per interromperla
“è … kylie … minogue” lentamente, scandendo, assaporandone le parole.
“e che vuol dire bla bla le veline bla bla favori sessuali” STOP. Di nuovo mano alzata e sguardo di Sandro deciso, irremovibile, come l’ultimo dei mohicani dinanzi alla morte certa
“stiamo parlando di … kylie … minogue” e aggiungendo “capisce che … kylie minogue ha fondato la sua intera esistenza sull’immagine e sul suo fondoschiena? Lei è laureata in non so che e kylie minogue è laureata in culo! OK?” e così dicendo Sandro si alzò di scatto guardo il soffitto del treno, e lo sguardo laser superò le lamiere del treno, il traforo del frejus, le alpi, le nuvole, lo spazio siderale e maledisse tutto il creato per la sua sfortuna negli incontri ferroviari.
Il resto del viaggio fu gusto lavanda.



[1] Ci sono tre tipi di citazioni: 3° livello, che dimostrano conoscenze letterarie/musicali/pittoriche/cinematografiche, tipica conoscenza inutile; 2° livello, pornografiche classiche e citazioni da racconti sessuali con protagonisti terze persone anche non confutati; 1° livello, sessuali ma esclusivamente riferiti a esperienze dirette comprovate da solide prove.

lunedì 9 dicembre 2013

Incredibile

E' incredibile come l'inizio di questo racconto abbia un retrogusto da ultima pagina: personalmente odio quelle ultime pagine da poche righe, soprattutto se il libro in questione è stato più che avvincente, perché non appena si volta la penultima pagina ci si ritrova davanti al bianco shock del vuoto di caratteri, una ultima pagina senza scampo, come il vicolo cieco di un labirinto, son cose che possono mandarti dal terapista. Tutti vorremo che la fine di una storia fosse cesellata da sorrisi, abbracci e magari qualche lacrima composta; un finale maturo di una storia matura, che ricopre i personaggi di un'aura da domanièunaltrogiorno. Cazzate; poetiche, illuminate, illuministe, da lui che non si volta mentre l'amata guardando le sue bellissime spalle in un completo grigio scuro piange ma non come piangiamo noi bensì diversamente, da alba sul mare che magari è un tramonto, da archi in crescendo come i film anni cinquanta (che una volta ne avevo visto uno interpretato da elvis e non era male), trepidanti, accorate, accigliate, makeuppate MA pur sempre cazzate. Nella realtà i finali son sempre veramente irrisolti. Ti lasciano come quando non sai se hai veramente finito di cagare, mediamente svuotato ma non del tutto. Nella realtà quando una cosa finisce, spesso te la trascini per anni e anni, e ci si metton su talmente tante croci sopra da sembrare un camposanto. Beh questa storia qui è così, ve lo anticipo preliminarmente: ha un inizio già iniziato, non un vero principio, è un po' come montar di corsa su di un vecchio treno sferragliante appena partito quando hai qualche chilo di troppo, ed il finale poi lascia proprio a desiderare tanto che son stato grandemente dubbioso se valesse la pena perder tempo per raccontarla. Poi sono arrivato alla giusta conclusione che ci son storie che son belle nel mezzo; se è vero che la mente umana comprende il significato di una frase carpendolo da sole poche parole, se doveste leggere questa storia nella istessa maniera, beh, perdincibacco, non ci capireste un cavolo. Questa storia ha senso se digerita nella mediocrità del messaggio che custodisce, perché non ha ne eroi ne tanto meno eroine, bensì tre fantastici esponenti di tutto ciò che è medio. Questa storia andava raccontata soprattutto considerando questa enorme piscina ripiena di appiccicoso caramello che è la mediocrità della società italiana di questi ultimi anni. I nostri protagonisti non si stagliano sul medio ed incolore, ne ne son esponenti negativi, maleodoranti, rigonfi di odio o chissà cos'altro. Sandro, Silvio e Nicola sono la stereotipatissima generazione X.
Sandro, Silvio e Nicola non sono dei vincenti, da aperitivo sul mare accompagnati da qualche gran figona in vertiginosa minigonna, ne dei perdenti, che trascinano la loro esistenza bohemiene nascondendosi dietro ideali di estremismi politici o che fanno della sopraffazione l'unica forma di riscatto sociale.
Non son vincenti, non son perdenti. Son la generazione X: quella che con la vita ci ha pareggiato.

venerdì 22 novembre 2013

c'e' un suono

c'e' un suono che mi ha tenuto sveglio fino all'alba
alba innevata
alba parietti, parioli
un suon di tacchi che mi fa drizzar l'anima
ma l'anima non esiste
e l'unica cosa che mi fa drizzar quindi e' il cazzo.
C'e' sto suono che son onde che sbattono sul timpano
ma senza neanche chieder "si puo'?".
La fisica manca d'educazione.
La biologia di consistenza.
La chimica e' troppo troppo perversa
come quando respiri qualcosa e lo senti dappertutto
in testa
nei polmoni
nelle narici
mette radici dentro di te
siam fatti cosi' siamo proprio fatti cosi'
siam caos e molecole
le stesse molecole di buddha o quel tizio con la barba vestito di blu'.
quello che poi l'hanno incrociato
insomma hai capito.
Io non faro' per sempre questa vita
o perche' moriro' prematuramente
o perche' mi rifiutero' di farla.
Nel frattempo penso alle femministe
penso ai palestinesi
ai sardi
alle troie
a quelle poche persone interessanti che ho conosciuto.
Son sicuro che stamane quando mi son tagliato il dito ho provato lo stesso dolore di tutte queste persone
che si dicono diverse
tranne che io mi distinguo per la forma e i modi
"DIOCANAGLIA"
ho detto mentre il sangue scendeva disegnando sul taglio un sorriso stile sofficino findus.
Un palestinese non direbbe mai diocanaglia...dai...non lo direbbe.

lunedì 28 ottobre 2013

ho bisogno dell'orizzonte

ho bisogno dell'orizzonte
che qui tra le montagne
non si vede.
Dovrei scalarle
ma mi annoia.
Allora assottiglio le creste
socchiudendo gli occhi,
le sgretolo
le polverizzo
le abbatto
le sotterro.
Allungo la linea spezzata
con la forza del pensiero
la raddrizzo.
Ho bisogno dell'orizzonte
per sentirmi
una nullità.
Ho bisogno di esser nulla
per riempirmi di vita.
Ho anche bisogno
di un oki,
latte,
banane,
ho finito il sale a proposito,
leggi la scadenza della mozzarella
se la prendi
dopo quella storia delle
mozzarelle blu gli farei anche il test della cartina al tornasole.
Salutami il salumiere.

giovedì 10 ottobre 2013

più che altro una citazione

"al tramonto mi girano i coglioni
perché penso che un altro giorno
è andato via"
sento un profondo desiderio
una spinta da dentro il cuore
di stagliarmi
sul mondo
salendo salendo
scalando
inerpicandomi
su sentieri impossibili
solo per capire di più.
Voglio un crepuscolo
che non sappia di rimorsi,
ma di amorevoli ricordi,
accompagnato
da un inarcarsi delle labbra
in quei sorrisi accennati
che son più di occhi
che di bocca,
che son silenziosi
piacevoli
eleganti
austeri.
Accetto la solitudine
se questa ha un valore.
Un significato.
Una cazzo di scelta,
che seppur difficile
dia qualcosa a qualcuno
non per forza a me,
ma che sia importante
per qualcuno che amo.
E' troppo tardi
per far parte dei canoni,
delle regole,
invidio chi ha una bella calligrafia
e che scrive i piani della propria vita
e che riesce anche a farli tornare.
Io son asino per natura,
ma va bene,
mi vanto di poche cose
e non per falsa modestia,
ma perché son terribile
in ciò che faccio.
Accetto il prezzo,
incautamente,
ma poi perseguo nella mia scelta.

martedì 1 ottobre 2013

Il cuore

Il cuore non sente
niente
non ha orecchie.
L'anima non è una sorta
di gas
compresso nei corpi
corpi-barattolo,
non vale la cazzo di legge di Boyle
per l'anima,
no non ci vale fidatevi.
La storia dei sentimenti
è
un copione della disney.
Topi, tope
paperi
cani
insomma la bibbia.
L'unica cosa anacronistica
della bibbia è quella del tipo
che moltiplica le cose.
Dai cazzo,
è na stronzata dai.
Che se ci voleva salvare
iddio
non mandava il figlio
in quel periodo che non succedeva un cazzo
ma adesso
ora che stiamo distruggendo tutto,
sole cielo terra e anima e cuore.

venerdì 13 settembre 2013

guarda mamma come mi diverto

guarda mamma come mi diverto
a far l'intellettuale di sinistra schierato.
Annuisco benissimo,
marx marx marx marx,
gracido come un rospo.
Il centro di tutto indovinate.... e' sociale.
Marchionne padre padrone
inFIOMmo gli animi d'ardore,
sassi e non parole.
Berlusca tumore
uguaglianza di fronte alla legge.
Quale legge?
PCIu'.....SALUTE!
Influenze stagionali come gli scioperi a scuola.
FASCISTI!!!!
RAZZISTI!!!!
Pooooooooveriiii i palestinesi.
ECHEMALEGLIHANNOFATTOAGLIISRAELIANI?
vivono ancora nella capanna dove e' nato il bambin gesu'.
Dovremmo imparar dalla resistenza: V = R * I,
Ecco fatto ora che abbiamo imparato,
son pronto
ci sono,
la dico,
son schierato,
in piazza,
contro i porci sbirri,
ci sono.
"CI FOSSE IN ITALIA UNA BELLA PRIMAVERA ARABA!"
Come dici?
Papa' calmati cosa e' successo??
Sono entrati in casa,
hanno struprato mamma e
e anche mia sorella?
Le hanno sgozzate?
Si si si ma come sta la X-box....

giovedì 12 settembre 2013

dissonanze realizzanti

oggi d'un tratto
come un bambino
avevo voglia di correre a casa
di correre verso un posto fosse sicuro, protettivo.
Poi mi son reso conto che io una vera casa
non ce l'ho.
Non c'è nessuno che sta sulla soglia
con le mani appena lavate
ad aspettarmi
per mettermele dolcemente sul volto
e incorniciare
le mie rughe di preoccupazioni
per strofinarmele via
baciandomi
e gettarmi in un dolce oblio
di puro affetto senza limiti.
Questo è quanto.
Questo è tutto.
I miei antenati agricoltori,
ignoranti
lavoratori
senza macchie,
sapevan seminar vita nelle loro vite.
Ed io?
Cosa sono stato? Un giullare di molti.
Per rinviare i giudizi a data da destinarsi.
E mentre gli altri amavano.
Io amavo senza saperlo.
E mentre gli altri continuano.
Io amo senza volerlo.

sabato 7 settembre 2013

inusuale

è inusuale tutto questo.
Inaspettato come una vedetta che dal pennone grida "MAREEEEE".
"cazzo dici oh? Intendevi terra per caso??"
"No comandante mareeeeeee".
Probabilmente dopo una generale risata l'hanno poi impiccata,
la vedetta intendo.
E' sorprendente il giorno,
come l'assenza di reali notizie importanti durante Studio Aperto,
solo tele senza giornale.
"Edizione straordinaria: a Kate Middleton le si sono rotte le acque
indiscrezioni affermano che abbia enunciato "God save my pussy"
altre fonti dicono che l'evento ha pervaso l'aere di un odore di fragola.
Ed ora la rubrica rosa: l'italia va a puttane"
Fine.
Vogliamo parlare di me?
Non c'è niente di sorprendente in me.
Non faccio altro che perfezionare
il mio stile di nuoto,
nella piscina della vita
troppo piena di cazzo di cloro.
Che poi cloro non è.
Vorrei vedervi a nuotare in una vasca piena di cloro.
E' un gas.
La notte è meravigliosa
il momento del respiro lento.
La stasi e l'oscurità donano
alle cose
contorni di incertezza,
per questo tutto nella notte
è più sorprendente.
Gli insetti che danzano alla luce di un lampione
in una strada per lo più buia.
Una figura che si muove trafelata.
Le prime gocce di pioggia:
è l'unico caso nel quale
puoi realmente sentirle
cadere,
sfiorarti.
Meraviglioso,
inusuale appunto.
E poi le stelle.
La volta celeste
come l'esame dall'oculista:
"la vede questa stella?"
"Si.... bellissima"
"questa?"
"meravigliosa"
"e questa piccolissima qui la vede?"
"Certo....incredibile"
"Qua ci son da rifare gli occhiali signor Di Pietro".
Il mio oculista era un figo,
si chiama (o chiamava)
Falchi.
Vista d'aquila senza dubbio.

giovedì 5 settembre 2013

stellar vacuum cleaner

che importa...
e pure fosse polvere di stelle,
sempre polvere è.
E se vien fuori che ne sono allergico,
e finisco in ospedale tutto macchie,
sticazzi siano macchie di stelle
sulla pelle,
sempre macchie sono.
Fosse anche un prurito stellare.
No aspiriamo tutto via.
Esprimi un desiderio mentre cambio il sacchetto.
E mentre ti amo sotto sto cielo di allergie luminose,
indosso un profilattico anafilattico,
sai com'è chi cazzo ti conosce...

sabato 31 agosto 2013

vedi che se l'estate è finita...

Vedi che se l'estate è finita
amore mio
non vuol dire che il sole non ci scalda
sorgendo.
Non vuol dire che non possiamo ridere
rincorrendoci nella notte
fredda.
Non vuol dire che non possiamo cantare
o
dire stronzate.
Non vuol dire nulla di nulla.
La gioia sta nel primo pensiero che fai quando apri gli occhi
sta nell'ultimo pensiero che fai quando scivoli
cadi
nell'oblio
che i sogni di cotone
ti donano
accogliendoti
con enormi braccia
di gelatina alla fragola.

Io un giorno ricordo di aver
preso il mio cuore,
e strappandogli il sigillo di garanzia
te l'ho dato.
E come quando un cameriere ad un matrimonio
ti porge il vassoio dello spumante
l'hai rifiutato con un
"No grazie" accompagnato da un sorriso da carta d'identità valida per l'espatrio quasi in scadenza.

Secondo te l'estate per me è finita?
Sto ancora piantando il cazzo di ombrellone
su di una sabbia durissima,
credendo sia stabile.

Ho pure perso la garanzia sul cuore :)
diocane

lunedì 5 agosto 2013

liberami dai miei mali

Liberami dai miei mali
dai miei pensieri
dalle mie paure
dalle mie ossessioni
....
come dici?
Me la devo cavare da solo?
Devo liberarmene con raziocinio
sacrificio
abnegazione
VIVENDO in armonia col cazzo di universo?
Ah ok....
hai perso un cliente.

venerdì 2 agosto 2013

mi son seduto un attimo

mi son seduto un attimo
per rifiatare
per far rallentare il tempo
che sfrecciando mi prende a sberle
mi ferisce
mi confonde.
Dopo tanto ascoltavo il mio respiro
e proprio non era piu'
quello di un infante.
E' profondo,
irregolare,
pesante,
sospirante all'infinito che ambisco.

giovedì 1 agosto 2013

improvvisamente

improvvisamente
cerco la luce del sole
sol
per quietar
le mie ansie.
E lui sorride
come in disegni di bimbo.

domenica 28 luglio 2013

finché la barca va

finché la barca va lasciala andare
e se va sott'acqua?
Io son quella barca
nobilmente varata
ed
addestrata.
Mi son addestrato da solo.
Un marine di ideali.
Pronto ad agire.
Nessuno ti IMPARA a fallire,
nessuno ti insegna a soffrire,
il panico che ti prende in un campo minato di scelte
è veramente
enorme.
Tremi ed ogni passo speri.
Mio padre ha sacrificato tutto
per il mio sogno,
mia madre ha sacrificato tutto
per il mio sogno,
io ho sacrificato tutto per questo sogno.
Non fatelo credetemi,
se mi leggete in questo momento
e avete un sogno,
non sacrificate tutto per esso,
amicizia,
amore,
tempo libero,
non fatelo!
Datevi un'uscita di emergenza,
un pulsante da premere
prima dello schianto,
fidatevi! Affiduciatevi!
Ho creduto in dei falsi miti,
falsi ideali,
false parole,
molte delle quali tutte mie :)
Dette allo specchio
in un qualunque bagno,
per convincermi ad andare avanti,
che era la cosa giusta da fare,
una grande crociata
ha sempre alle spalle
delle orribili verità.
Al giorno d'oggi pochi muoiono davvero per un ideale
o combattono per la libertà,
di certo non lo fanno gli italiani,
perché è sempre troppo vicina l'ora di cena.
Gli ideali son fumo
dall'aroma accattivante,
tipo il caffé la mattina,
ma nella realtà divengon solo
dei mezzi per accalappiare gli stupidi come me.
Scrivo questo nel momento in cui ho realizzato
che non ce la posso fare
a vincere una guerra di sottigliezze.
Io sono un combattente da campo aperto,
da urla
e poderose cariche contro un mulino a vento,
non so muovermi con agilità,
non conosco diplomazia,
so solo agire
seguendo una effige,
una bandiera,
un motto che mi da forma,
la stasi mi erode l'anima,
le parole mi confondono,
l'affetto mi inebria
mi eccita,
mi ferisce,
l'amore è troppo pericoloso,
dopo averlo annusato,
son dovuto fuggire.
Non credete nelle persone
che vi sorridono appena conosciute,
non credete nel "per sempre"
perché non esiste,
non credete negli addii
ne negli arrivederci,
non credete in dio, ma sperate che qualcosa lassù si muova.
Non credete nella felicità di un istante,
perché quello dopo vi avvilirà.
Io ho creduto in tutto questo,
e non sono riuscito
a
viverlo
a testa alta.
Lecco le mie ferite
sbagli come pugnali,
giuro sul mio onore
che mi arrenderò
anche se non so farlo.
Imparerò ad arrendermi
e lo farò.
Devo.

giovedì 25 luglio 2013

l'ironia alle porte

cercando di spezzare il mondo
mi son fratturato l'anima.
Che poi volevo cambiarlo
non tanto
giusto un po'.
Metti andare al bar e dire "Raga ho spezzato il mondo"
"un crodino al ragazzo!"
il crodino costa,
son soddisfazioni.
Cercando di arrivare
mi son perso per strada
e camminando
seminavo come
lo stronzo di Pollicino
DICIAMOLO
stronzo, perche' con quanto costa il pane al giorno d'oggi!
Cioe' semina epitelio semmai,
cmq
come Pollicino
seminavo rancore
ricordi
errori (principalmente).
E mi son trovato nudo
e coglione un giorno,
che poi il vero problema
dell'esser coglioni
e' rendersene conto.

giovedì 18 luglio 2013

piove su di una Grenoble

Piove su di una Grenoble
come una palla di vetro,
appena scossa
la neve finta avvolge tutto
in maniera innaturale,
contro gravità.
Una pioggia dolce
di una estate falsamente sapida,
glummato di sodio
iniettato nell'anima,
botox di circostanza
ad inarcar un rigido sorriso
di comodo,
ma quasi me ne son convinto
e quasi diviene infine sincero.
Appena rasato il capo
e le gocce di pioggia
fan salotto
sul grip ruvido della pelle
rimangon un po',
chiaccherano del più
principalmente
che del meno c'è sempre tempo
per parlarne.
E poi scendono tra la barba,
zig zagando.
Io canto i police
sotto la pioggia
e chi li riconosce mi sorride,
tranne un poliziotto che ironia
della sorte
non li conosce,
e mi guarda svizzero (ossia neutrale).
Son stanco tipo
dopo esser stato
nella cazzo di stanza dello spirito e del tempo con goku ad allenarmi con una superforzadigravità
infatti mi pesan anche le palle
stasera,
ieri sera,
domani sera,
monotonia ti avvolge
come un plaid non lavato
dall'inverno scorso,
rimangon odori di cene passate,
briciole di ricordi
di cose e persone
avvolte
con calore onesto.
Mi lavo la faccia
e mi stendo un po',
mi sento adulto,
grande,
maturo,
sicuro
oppure no?
No. Non voglio,
vorrei forse,
ma non posso.
E mentre picchetta
la pioggia sul vetro sporco
e le foglie colme
la vomitano
flettendosi,
penso ironico alle occasioni perse
perché questa pioggia
va così onorata,
è una pioggia
di gentili piccoli rimorsi,
che li scioglie,
e se li porta via.

Amici per sempre?

"Amici per sempre?"
"no no no assolutamente no?"
e non c'e' da stupirsi...
e' gia' cosi' difficile
essere amici per 5 minuti.
Collezioniamo luoghi comuni
come figurine panini
panini
pizze
panificati in generale
Da piccolo vedevo
il fornaio Da Astone
uscire a centro di dicembre
in maglietta e pantaloncini
e
chiedevo a mamma
come mai?!
"Dove lavora lui fa caldissimo"
Maledetti fornai delle bahamas.

giovedì 11 luglio 2013

cio' che scrivo

cio' che scrivo
e' un gioco.
Un quadro
col sangue per il rosso
ed i pensieri per le nuvole
(non vi dico cosa uso per il marrone...).
Un mero idillio di me stesso
e delle guest stars
che mi circondano.
Gli ospiti fissi
si assottigliano
per il mio assolutista
senso dell'amicizia.
Perche' credo
che l'amicizia
abbia lo stesso valore del sangue.
Abbia un corpo,
un nome,
un orgoglio,
un inizio e una fine.
E non sia solo
un farmaco anti-solitudine
ad azione istantanea.
La follia
sta proprio
nel non voler
ammettere
che e' solo
un party di egoisti sorridenti ed ipocriti.
Sorridi Sebastiano...vai alla festa.


mercoledì 10 luglio 2013

Condizioni invalidanti

Provateci voi
a camminar
con una scopa in culo!
E' di certo una condizion
invalidante.
Condizion somma poetica
invaliDANTE,
sebben colta
e' orsu' dolorosamente
rigida.
La postura migliora
petto in fuori
sguardo amaramente fiero,
potete giocare a quidditch,
attaccarle un ombrellone da mare
per farvi ombra sulla spiaggia,
ma e' pur sempre
una scopa in culo,
ti condiziona le giornate.

Certi incontri son proprio cosi',
tanto fresche novita' sorprendenti
all'inizio,
ma finiscon per esser una ramazza,
una ramazza nel deretano.

Amor mio,
il ricordo che ho di te
son gli occhi,
il sorriso fior di pesca,
ogni palpito
e' una scheggia di infinito
legnoso
sul mio sfintere
di quando mi son sfilato la tua essenza
da dentro me.

martedì 9 luglio 2013

E'state

E'state freschi mo!
Incostanza delle stagioni.
Son certezze che rotolano
giu'
giu'
nel cesso.
Cessazione di attivita'
non e' forse un po' come morire?
Out of business...
fuori dagli affari?
Sti inglesi non li capisco,
sentiran caldo e gli affari li fanno all'aperto.
Incomprensioni internazionali,
le cose perse nella traduzione
un pochino mi fan girare i coglioni,
soprattutto se son soldi
soprattutto se son sentimenti
soprattutto se perdo soldi parlando di sentimenti:
li mi detonano i testicoli,
come fuochi d'artificio.
Sbadaboom "OHHH".
Vorrei aprire una fabbrica di stupore
proprio perche' al giorno d'oggi nessuno si stupisce piu'.
Free market.
Mercato libero e vergine.
"OHHHHHHHHH" son 100 mila euro grazie.
"OH MIO DIOOOOO" il pil dell'irlanda grazie.
"Ebe'" vai offrimi un caffe' e siamo pari.
Stupore, incomprensioni ed incostanza delle stagioni.
Son le mie parole chiave.
Son passato dallo stupirmi della tua bellezza
al non stupirmi della tua indifferenza e di tutto il resto:
guerre, morti, omicidi, rivoluzioni e ferite.
Le incomprensioni son vangate di terra sulla mia bara.
Voglio una bara a forma di chitarra.
Voglio la segreteria telefonica con la mia voce
"Sono definitivamente assente... ci si becca".
E poi la mia incostanza...
come caldofreddocaldofreddocaldofreddo
mi fa venire la bassa pressione.
Avrei voluto esser migliore,
davvero,
ma essere il solo a volerlo
in un mondo di autocompiacenti
mi ha fatto riflettere.
Riflettere non poco.


venerdì 5 luglio 2013

scomposizione celeste

Se scompongo il cielo
in rettangoli di un metro per tre
azzurri e perfetti
o nuvolosi
irregolari
diviene tutto piu'
a misura di te.
Il mondo e' uno spicchio
di un pressante infinito
che adesso mi fa sorridere.

giovedì 4 luglio 2013

minchia non mi ricordo proprio

minchia non mi ricordo proprio se ero un buono o un cattivo!
Cioe' fino a poco fa lo sapevo
ma mi e' proprio passato di testa.
Ero in bagno a far pipi'
poi son passato a vedere se andava tutto bene in laboratorio
e puf....
dimenticato.
Cancellato.
E adesso?
Son libero di ricominciare?
E se poi sbaglio? Se faccio il buono in un mondo malvagio?
Ma i buoni nei mondi di cattivi son cattivi o son sempre buoni?
E quelli che fanno i buoni nei film recitano o son buoni davvero?
E se i cattivi storici in realta' eran buoni e il resto del mondo era un ammasso di malvagita'?
Son confuso.... beh come sempre del resto.
E l'amore? L'amore e' una cosa buona o una cosa cattiva?
No l'amore
no l'amore e' un'altra cosa ancora.

domenica 30 giugno 2013

frattale alla frutta

io guardo loro ridere
e loro guardan me
gesticolare
rifinire
stoccare la battuta finale
e chiudo gli occhi per un attimo
li riapro
e son altre persone
e le guardo ridere
lacrimare
e loro guardan me
rifinire
gesticolare
caricare la battuta finale
e chiudo gli occhi per un istante
li riapro
e son altre persone
e le guardo divertirsi con me
rimaner senza fiato
incredule
e loro guardan me
cambiare
la stessa muffita storia
di quella volta al catechismo
che vomitai per terra
o quando feci il portiere
di notte in quell'hotel
ed io la limo per l'ennesima volta
la perfeziono
e la cambio secondo i gusti
l'estrazione sociale
il reddito delle loro famiglie
le loro perversioni
aggiungo o tolgo parolacce
riferimenti sessuali
o blasfemie
e li guardo divertirsi
e chiudo gli occhi per un momento che è un istante che è un frammento di questa allegra monotonia.
Li riapro lentamente
e...

mercoledì 26 giugno 2013

amorevole simmetria

c'è chi soccombe per l'amore
e chi muore per la sua assenza.
Il cuore batte
in simmetrici spasmi
agli antipodi.

"Oh amore mio!
Il cielo è terso
medaglia di bronzo"

"Oh dolce compagna
il tramonto splende
e splande"

"Mhhh si ancora
lo sai che mi piaccion
i massaggi
con questo piano tariffario
mando massaggi gratis
a tutti i numeri fessi"

"Non metterti tra me
e il mio amore
nel collezionare
cazzi d'ebano!"

"Once you try black
you can't go back
you will nerver walk again
vertebral spine permanent damage"

"Tesoro volevo dirti tante cose
ma
sono muto"

"Il nostro rapporto è logorotondo"

"Ho un dolore qui al cuore
credo siano i peperoni"

"Ho letto nei tuoi sms
che mi tradisci
chi è questo gattino virgola??"
mi chiamo virgola sono un gattino e sodomizzo il tuo bel culino

"In amore c'è chi rincorre
e chi si fa rincorrere
e c'è chi rincorre e si fa rincorrere contemporaneamente
quelli sono i puttanieri o le troie"

"Io ho capito tutto dell'amore
per questo sono solo"

"Dio ti prego fa che non mi lasci!!!!" (No)

"Ti amo e ti ho sempre amato
ma questa è una rapina" (tempi duri)

"Maledetto il giorno che ti ho incontrato
in quella chiesa
all'altare
con tuo padre che imbracciava il fucile
Mannaggia!!"

"Stefano ha degli occhi bellissimi lo sai?" (penemaledizione)

sabato 15 giugno 2013

fruttivendolo d'amore

Sotto un albero di ciliegie
scrivevo versi d'amore
sulle tue labbra fior di pesco
che si dischiudevan
umide
e
perverse
ed un cuor colmo di rovi
da districar con pazienza.
I tuoi seni avvolti da un vestito
verde
come foglie d'insalata
o di carciofo
a celar
la morbidezza
la dolcezza
l'irrequietezza
del tuo piccolo corpo.
La pelle morbida
come
velluto di albicocche
mature
avrei dormito
mille lune
sul tuo corpo
per assorbirne
gli umori
e gli odori
con osmotico
ottimismo,
ma altre mille
volte
ti avrei scopato,
come acqua fredda
su una frittura bollente.
shhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
ustione di terzo grado.

venerdì 14 giugno 2013

cio' che alberga nel mio cuore

cio' che alberga nel mio cuore
non e' suite presidenziale
sembra piu' un motel ad ore
senza confort ne morale.

mercoledì 12 giugno 2013

maiemi

andrei a maiemi
solo per dire
son stato a maiemi.
Andrebbe bene anche l'aereoporto
non che mi interessi il volo in se per se
se per se
se per te
Ricordo quelle volte
che mia mamma mi rimboccava
le coperte.
Il suo volto nella trasparenza
del lenzuolo col la luce del lampadaio
dietro la sua SORRIDENTE figura.
Sembrava come la luna in  una notte di nebbia.
Mia mamma sorride alla fine di ogni pianto.
Tanta roba.
Non e' solo una donna
e' una lama affilata,
che ha tagliato meta' del novecento
solo per me, per lui, per lei ed infine anche per lui.
E' strano sapere che ci son persone
che ti amano a prescindere da tutto,
a prescindere da quasi tutto siamo realisti.
I ricordi son come sassi in un fottuto ruscello di montagna
man mano che passa il tempo
si levigano e perdono forma,
dettaglio,
divengono IDEALI,
vaporosamente idilliaci.
Io credo si possa esser piu' felici
solo che crogiolarsi nella merda
a volte ha un che
di intellettuale del cazzo.
Mi immagino col la sigaretta
in una stanza buia illuminata
da  una lampada da tavolo
in una cazzo di citta' americana del cazzo.
La decadenza affascina due tipi
di persone
LE DONNE per alcuni frangenti delle loro esistenza
GLI UOMINI quelli deboli,
perche' ci voglion veramente i COGLIONI GROSSI QUANTO L'UNIVERSO
per sorridere nei momenti di difficolta'.
Lucia, amor mio
nei tuoi occhi vedo il caldo
e le palme attorcigliate
da mani esperte per
la domenica di pasqua.
Vedo il sale del nostro mare
del tuo mare
perche' mio non lo e' piu'.
Vedo la 127 blu notte
sferragliare nel traffico.
Ti vedo guidare col pancione
che sfiora il manubrio
mentre aspettavi Matteo.
Ti vedo.

venerdì 7 giugno 2013

In capace

in capace
mi si addice
medaglia al valore
al merito
la màrito
in sanscrito riconosco lettere che altri ignorano che niente di meno voglion dirmi SMETTI.
Ma io non smetto,
dico non mi arrendo
ma non è vero,
non smetto perché

non ho altro nella vita

al botteghino delle qualità avevo lasciato il portafoglio negli altri pantaloni
pure avendone un solo paio

al botteghino delle qualità molti ricordano un coglione in mutande.

Ho le pezze ar culo dell'anima
senza amore
ingurgito litri di NIENTE
e mi gonfio
mi gonfio
mi gonfio
sono pieno di me
pur essendo cavo dentro. Vuoto.

Io ho amato una sola donna nella vita
e le altre eran visioni premature di lei.
L'ho amata con una forza
che mi ha spaccato in due
con una passione repressa
con dei sentimenti annegati.
E me ne pento a testa alta
dicendo che ne valeva la pena
perché mi vien di dire così.

L'amicizia ha il valore di una carezza al buio
la dai con dolcezza
e non importa che l'altro sappia sia stato tu.

sabato 1 giugno 2013

Prologo

E' proprio perché sono qui, in questo momento che è lento, un po' ma non troppo, che inizio a scrivere su questo vecchio computer che mi ha fornito la prigione.
Ho sempre voluto scrivere, da sempre, da che ho memoria, dopotutto se ci pensate, sembra quasi che le parole scritte siano l'unica cosa immortale del nostro tempo, o almeno lo erano. Delle parole scritte non gliene frega più un cazzo a nessuno adesso. Ora tutto si risolve nel tempo di un fotone: ti entra nella retina, viene contestualizzato dal nervo ottico, sparato nel cervello e diventa una sensazione istantanea, ma dopo qualche frammento di niente diviene tutto vecchio, da buttare, basta così, basta fotoni noiosi. Chi scrive son i falliti in questa pazza Italia, di un pazzo tempo di puttane e sorrisi di cera, di amici miei ma non realmente miei, saranno vostri cazzo, non miei. Io da buon giurisprudente non volevo mica fare giurisprudenza, volevo fare lo scrittore. Credo di aver conosciuto solo una persona che volesse giurisprudersi, giurisprudenzarsi, uno con la faccia da perrimeson. Si chiamava Alfredo Maranelli, "Avvocato Maranelli a lei la parola" suonava benissimo. Lo ammiravo per qualche secondo, poi però con uno spinello in bocca non lo ammiravo più. Che figata l'università. Un tempo pazzo di una pazza Italia, sorrisi di cera e puttane, amici miei ma non realmente miei.
C'erano giurisprudenti che volevan fare attori/attrici, che volevan aprire ristoranti ai caraibi: ma io dico se tutti volete aprire ristoranti ai caraibi non è che finisce che si satura il mercato? Alcuni dicevano Bora Bora, ma cazzo ti soffia via anche i sentimenti, immaginate due volte la Bora di Trieste? ti soffia via anche le paure forse, le aspettative, i sogni? I sogni no, quelli no dai, quelli stanno dentro il DNA. Quelli non li soffia via.
C'eran giurisprudenti ricchi e giurisprudenti poveri. Quelli poveri erano i meno ricchi, non avevano la bmw, avevano solo una alfa romeo. C'eran quelli filosofi e quelli che per scopare filosofeggiavano. Quelli schierati politicamente part time, comunisti giusto il tempo di una festa in un centro sociale. Come li chiamavo io punkABBESTIA. C'era poi Samuele Martorelli. E' proprio per il fatto che lui esisteva, ed era li nel momento in cui c'ero anche io, proprio per questo incastro inculamente-cosmico che io son qui a scriver di lui e non di me. A scriver di lui e non di qualche storia generazionale tipo il giovane holden 2. Da che ho memoria ho sempre voluto scrivere: è come la prima volta che uno si fa una bella pippa, si rompono gli argini di un fiume in piena e si è stupiti, spaventati, svuotati allo stesso tempo. Ci stetti mezzora a ripulire il divano dei miei ricordo. Meno male che non esistevano lampade UV in casa, altro che scena del delitto, l'avrebbero chiamata "Bukkake formato famiglia". Proprio come quella sensazione masturbatoria primordiale, Samuele Martorelli mi diede un motivo per scrivere, aprendo il rubinetto e dimenticandoselo aperto.
Come quelle scene che esistono solo nei film di uno o meglio una che entra in una vasca da bagno schiumosa come un enorme boccale di birra, piena fino all'orlo, e sensualmente si immerge in quel liquido caldo che trasuda sesso. Il surplus cade sul pavimento in maniera disinvolta. Certe cose le puoi vedere solo nei film, perché poi a passar ore a ripulire ti passerebbe la voglia di rifarlo. Forse proprio perché i film son microscopicamente diversi dalla realtà ci fanno sognare! Diciamolo apertamente che la realtà è una grandissima palla.
Soprattutto questa pazza Italia, di questo pazzo tempo, di una pazza grande città senza nome: è la noia che ci scorre nel sangue, la noia è la nuova follia! Samuele Martorelli era il più grande annoiato del nostro pazzo tempo.
Non pensavo di certo che avrei iniziato la mia carriera scrivareccia come un Gramsci o un Pellico, seduto su di una sedia formato asilo/scuola elementare nella cella di un carcere. Stima per Gramsci o Pellico che sia chiaro, ma cacchio! Considerate le difficili soddisfazioni da scrittore, ore passate a comporre, limare e riscrivere frasi, senza neanche l'ombra di una bella donna, beh avrei preferito un contesto diverso e più incoraggiante. Inutile piangere sul latte versato, diceva mio nonno, ma lui aveva un'intolleranza al lattosio, grazie al cazzo che non piangeva.
Una volta lessi su di un giornale una lettera inviata da un soldato dal Carso durante la prima guerra mondiale, credo fosse alla sua donna o alla sua mamma. Era bellissima, parole come legno intagliato e levigato. Parole come bolle di sapone al sole di Settembre. L'articolo diceva che la prima guerra mondiale aveva spazzato una generazione di italiani e sottolineava quanti intellettuali e menti eccelse si fossero estinte ancor prima di giungere alla notorietà. BEH, stessa cosa è successa negli ultimi vent'anni, ma senza badabim e badabum, ne austriaci ne il piave mormorava. I giovani italiani si sono estinti da soli, e come epitaffi marmorei tante foto col cellulare prese nientepopodimeno che nel cesso dei propri genitori. 
Parlerò di Samuele Martorelli e di poco altro. Degli eventi che lo investirono negli ultimi cinque anni fino a portarlo al suo prematuro decesso.
E che sia chiaro fin da adesso, di Samuele Martorelli si è detto tutto il contrario di tutto, ma tutti convengono che egli sia il più grande _______ del nostro tempo.

sabato 18 maggio 2013

girini

ricordo una domenica
strana
inusuale
il sole era un limone
e mio padre
ne tagliò col coltellino uno
e lo mangiammo
insieme
eucaristicamente
al fresco della fonte.
In quel luogo
sembrava nascere
il sorriso
la speranza
l'irrequietezza
di questa capricciosa terra.
Misi dei girini in un sacchetto
li portai a casa
li travasai
in un ex barattolo di nutella.
Morirono dopo qualche giorno.
Io credo che la magnificenza,
la disperazione,
la tenacia
e la staticità
di quella antica terra
non si possano mettere
così come in un barattolo,
in una valigia.
Della Sicilia
qui da lontano
mi son rimasti sol i ricordi
e un basso punto di ebollizione
del mio sanguerossosangue.

giovedì 9 maggio 2013

L'incastro del tempo - parte 3

Il tempo quando arriva la fine
non rallenta
come nei film.
Nella vita vera
è un lampo
ed è proprio questa
istantaneità
che ci fa palpitare,
stupire
stupire
e stupire ancora
in questo mondo
di perenni deja vu
e di pura, liquida insensibilità.
Brunello apre la porta
tremante
spaventato
dalla inevitabile sofferenza
guarda Giulia per un attimo
guardare nel vuoto
e poi viene travolto
dalla furia del padre
che lo scaraventa a terra.
"Giulia tesoro stai bene?"
ansimante
"Tesoro guardami stai bene
ti ha fatto qualcosa!?"
ansimante
"Quando viene Brunello?"
candidamente
come se il mondo fosse caramello
e la vita fosse
come quando vi si addormenta un piede
o una mano
impalpabile.
Brunello si rialza
e
sa che è giunto il momento.
Per un attimo vede
il campo da ping pong
perfetto
liscio
pura armonia geometrica,
vede la pallina roteare
dinanzi ai suoi occhi
così velocemente
da assorbir
la luce
come un buco nero.
Vede il punto dove la vuole scagliare
PURO AZZARDO,
come la vita, come la sua intendo.
Farfalle nello stomaco,
gambe tremanti,
muscoli pronti.
La racchetta colpisce
come una carezza
di un gigante
sul volto di una fragile bimba.
"L'ho scopata tutto il tempo..."
dolore
"Certo che scopare una menomata
mentale è proprio divertente...."
dolore, orrore
"Puoi fare tutto ciò che vuoi
del suo corpo
non dice mai di no"
e la pallina parte
per il suo ultimo viaggio,
ultimo colpo
per l'ultimo punto
dell'ultimo incontro,
deforma spazio-tempo-luce-fede-amore-ideali-amicizia
deforma il mondo che conosciamo
deforma il pensiero
la realtà
"IO TI AMMAZZO!"
il padre lo assale con una forza
una rabbia
diventa contundente
come una lama
i pungi son rossi come
l'odio
e odoran di sangue
"TI AMMAZZO!!! AHHH!"
e giù un colpo sul volto
il dolore fa male
Brunello incassa
la fine è servita
come il conto al ristorante
su di un piccolo vasoietto
coperta in una fodera di pelle
di pelle umana in questo caso.
"TI AMMAZZO!!!"
Giulia fissa la scena,
inizia a tremare,
ma questo ne Brunello
ne Salvatore lo sanno.
Sono attori di un teatro
senza scena
senza pubblico
BIANCO,
ma d'improvviso
un rivolo di sangue segna
lo schermo.
Giulia sussulta.
Una goccia "plic"
cade dietro ai suoi occhi.
Giulia sussulta ancora.
E giù odio e giù pugni
e imprecazioni
è giudizio finale
è apocalisse
finalmente titoli di coda
di un film troppo lungo
e insensato.
Giulia sussulta ancora
tremante
le pupille si dilatano
per una luce
diversa. Trema trema
ha paura
trema trema tanta paura trema trema trematrematrematrematrematrematrematrema Brunello? trematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrema LA MORTE!?trematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrema IL SANGUE? Mio padre!?trematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrematrema
"NO PAPA' NO FERMO!"
e si alza di colpo dal letto
dall'immobilità
dalla polvere
e la sua figura s'incastra
nel tempo
e di nuovo E'.
I due attori sono increduli.
Lei li separa,
e loro non reagiscono,
il padre cade indietro
indietreggia strisciando.
"no no no così lo uccidi
no amore mio no no
Brunello amore mio" e piange
e sembrano lacrime come brodo
bollente su guance gelate.
Brunello è una maschera di sangue
respira a fatica e
"eheheheh" ride dagli incisivi rotti
dal labbro sanguinante
"ehehehehe" ride !?
"Giulia.... Giulia mi riconosci?"
dice il padre stupito.
Sirene echeggiano nel vicolo,
luci blu tremano per la stanza.
Rumore di passi frettolosi.
Entrano due poliziotti in un teatro
sempre più pieno di colori forti.
"Brunello amore .. .ma cosa è successo!?"
Giulia non capisce
"Brunello mi senti?"
"eheheheheheh ti amo Giulia"
"Dio mio ... anche io ma ..."
"Signorina lo deve lasciar andare
dobbiamo portarlo via
insieme a suo padre" dice il poliziotto
"ehehehehe Giulia mia sei tornata!"
e mentre lo tiran su di peso.
Dietro i poliziotti
il maestro
lo fissa preoccupato
"Maestro..." e mentre
gli passa di fronte
"Bruné ..."
il maestro guarda Giulia,
guarda il padre con i pugni
insanguinati
"Maestro ... tac ..."
mimando il gesto di un colpo
da ping pong
"... bordo del tavolo"
e sorride insanguinato
ma di nuovo vivo.

sabato 4 maggio 2013

L'incastro del tempo - parte 2

Giulia seduta sul letto
guarda la stanza del motel stupita.
Lei è sempre stupita.
"Ti amo" Brunello lo sussurra
come se avesse un masso sul petto
come se avesse l'affanno di un miliardo di anni.
"Quando viene Brunello?" inclinando il volto
e tutto il mondo s'inclina con lei,
e tutto l'universo pende dalle sue labbra,
tutta l'esistenza sta dentro una sua lacrima,
umida come la sua saliva
ignorante come lo sporco sotto le unghie
dolce come l'odore del suo shampoo.
Brunello la bacia.
Lei non si ritrae. Lei non partecipa.
Brunello la bacia ed immagina il tempo fermarsi.
Esplodono gli orologi di tutto il mondo,
lancette e rotelle dappertutto.
Come su di un palco dinanzi ad una platea sterminata
il riflettore illumina questo momento che già non c'è più.
"Appena viene Brunello mi porterà a mangiare la pizza"
con l'innocenza di una bimba.
E brunello sente una lama rovente nello stomaco,
si piega sulle ginocchia dal dolore,
piange,
piange,
"Ti amo Giulia" e piange.
"Aspetti anche tu Brunello? Non piangere arriverà"
e per un attimo sorride e lui la rivede,
la rivede in quel vestito blu scuro con la maglia fucsia
a coprire la scollatura troppo vistosa,
con gli stivali intonati,
la rivede nell'angolo un po' spersa,
a quella festa che non ricorda più di chi fosse.
La vede imbarazzata non conoscere nessuno,
poi lo sguardo taglia lo spazio,
non appena l'impronta digitale dei due volti combacia,
i loro DNA s'intrecciano,
e lei sorride, e sente già il calore dell'abbraccio,
il sapore del suo bacio,
sente già che faranno l'amore un po' alticci,
e parleranno di viaggi e del futuro.
Un futuro che non si è avverato.
Un futuro che non esisterà mai.
"Si arriverà amore mio ed andremo a mangiare
la migliore pizza del mondo".
BAM BAM BAM,
la fine di questa storia bussa alla porta.
"APRI FIGLIO DI PUTTANA!"

giovedì 25 aprile 2013

Mi son rasato

Mi son rasato la testa
e mo
con quel che ci resta
il vento ci sbatte
inizia la festa.
Di cazzi una cesta
ti ho regalato
apprezza le gesta
del mio sporco palato!
L'odio ricorda
e' sentimento ornato
decorato
deumidificato
inscatolato.
Un barattolo d'odio
orsu' ti ho donato
che l'amor manco sul podio
stavolta e' arrivato.
Donato a chili e in ogni sua forma
dell'amor rimane solo sul fango una orma.
Che col vento pian piano a granelli se ne va
dell'amor rimarra' soltanto un mio ombroso "BAH".
Poi infine sempre giunge il coglion che ti dice
"ne valeva la pena" ed un mio pugno lo benedice.
E rotolando derido la sua pena e il suo dolore,
perche' si anch'io son coglione, ma coglione ad ore.



mercoledì 24 aprile 2013

E' primavera

E' la prima
vera
volta
che guardo il cielo azzurro e penso che non me ne frega un cazzo che ci sia la bella stagione perche' gia' condizionata da responsabilita' prioritarie rispetto al
non fare un
nulla di niente al tepor del sole.
La nazione si scioglie
in un tenero
abbraccio
fiorito
ed io
spallucce?
Sei un vecchio.
Sono un vecchio.
Qua
re
sima dell'anima.
Mangio il pesce che si lascia catturare
il pesce suicida,
si lancia esso stesso nelle grinfie
della mia francese ricchezza.
Sono trasandato
trapiantato
trasudato
per scelta.
Ostento lavoro,
ed esso copre
come il nero carbone
il mio sorriso da GGIOVANE.
Lo stato va a puttane
ed io incomincio la giornata
leggendo il giornale
"BLA BLA BLA Napolitano
blu blu blu e' colpa di Berlusca
CIP CIP CIP Bersani incapace
cra cra cra l'abbiamo eletti noi
miao miao miao Grillino del cazzo!!"
Commento informato,
schernisco l'altra fazione
QUALE?
L'altra.
QUUUUAAAAALEEEEE?
FASCISTA! COMUNISTA! Democristianodiocane!
La verita' e' che crescere fa schifo!
Sono 173 cm ma cresco.
Ero 173 cm tre anni fa, ma mi hanno detto che poi cresco.
Divento maturo come la banana,
piu' dolce?
NO INCAZZATO NERO!
Razzista ortofrutticolo.
Non cambierai mai....bla bla bla
non sarai mai maturo...bla bla bla
le donne cercan l'uomo che da protezione e sicurezza economica,
sposassero una cassaforte allora per IDDIO-bancanazionaledellavoro.
Ti sento ironico oggi Sebastiano.
Hai 10/10 d'udito,
frazione apparente,
soggetto sottointeso,
ovviamente sottointendo
son poeta.
Sovrastimo, sottointendo.
Un gatto dice miao,
ma l'opposizione ribatte "Demagogia".
Demiagolarogia.

giovedì 11 aprile 2013

L'incastro del tempo - parte 1

Cammina in linea retta Brunello,
i pensieri son molecole di benzina
per lo sprint finale.
Ultimi tasselli cadono sul tavolo da gioco,
si incastrano involontariamente:
è scacco matto.
 "Ogni volta 
che 
la guardo...
Ogni volta
non riesco a non pensare com'era"
e così dicendo stringeva forte la tazza
del caffé americano,
nervosamente prendeva il mozzicone
di sigaretta tra le labbra screpolate
e ne incendiava la punta
aspirando il veleno
nell'anima di carbone.
"Signore io..."
"Tu credi che abbia scelto di odiarti?"
spalancando gli occhi, un mosaico di striature rosse
come il rosone di una cattedrale insanguinata
"Tu credi che io abbia scelta?
Io voglio indietro la mia vita
la mia famiglia perfetta cazzo
ma non è possibile
mi hai portato via tutto Brunello
la cosa più importante
l'unica vera testimonianza del mio tempo
l'unica cosa ben riuscita che io abbia fatto
e per questo"
sbattendo il pugno sul tavolo
tutti si voltano ma sticazzi
"per questo tu non la potrai più rivedere...
e credimi in realtà ti faccio un favore
pur non volendo"
e giù un sorso di caffé
e via un'altra sigaretta.
Il signor Musumeci
gioca la sua vita al lotto di un dio crudele,
sulla ruota sbagliata.
Ambo terno quaterna e cinquina
son gocce di sangue perse per strada.
"Ma lei non capisce
magari vedendomi
rinsavisce
potrebbe aiutarla a reagire"
"NO! NO! NOOOOOOOOOOO"
Il tramonto è di piombo
piombo dentro vene bollenti.
Brunello sa che solamente sacrificando tutto se stesso
in questo ultimo grande, enorme, inebriante ERRORE,
potrà ridar senso a tutto e speranza a tutti.
Bella cazzata,
e mentre cammina,
bella merda la vita,
e mentre sorride,
ti amo giulia,
e nervosamente ruota tra le dita una moneta in tasca.
Ne sente il volto in rilievo.
Giulia è quel volto in rilievo nei suoi pensieri.
"Pronto?"
"Mister sono io"
"Cristo santo bruné ma dove cazzo sei sparito?
tutti ti stanno cercando
la tv parla di te e di Giulia
dimmi dove sei che vengo a prenderti"
"Ascolti bene le manderò un sms
con l'indirizzo tra breve
ho fatto come mi aveva detto
mi sono mosso dall'immobilità
e lo fatto senza rimorsi"
"Brunello non far..."
"Mi ascolti la prego

ho poco tempo
dovesse finir male
volevo dirle che è stato come un padre per me"
"Perché brunello cosa cazzo dici?"
"Mister la vita l'ho sbagliata tutta
ma quest'ultimo colpo
lo piazzo proprio sul bordo del tavolo
ne sento il brivido dell'azzardo
e la pallina ruota ruota e piega lo spazio
ed inganna le leggi della fisica"
tu tu tu tu tu tu 
"brunè sei un coglione....porcoddio!"
Nel silenzio la sera diviene notte,
una notte stellata
il cielo apparecchiato come una tavola
a natale
le stelle son canditi
zucchero che è vita.
Piano piano brunello
senza fretta
scavalca l'inferriata.
Il vecchio cane lo degna appena
di un guaito e si rimette a dormire.
Arrivare alla sua finestra è un attimo
sospinto dall'attrazione
due poli
sempre più vicini.
La vede tramite il finestrone
appena messi i piedi sul balcone.
Guarda la tv.
Si volta verso di lui.
Gli sguardi si incontrano
ed i suoi occhi marroni
sono
tutto ciò che ha senso.
Come respirare di nuovo dopo anni di apnea.
Come dissetarsi dopo una corsa sotto il sole.
Sono stagioni
inverni lunghi sotto le coperte a darsi pizzicotti
estati all'ombra di alberi dondolandosi su di una amaca
sono cose che avrebbe voluto fare,
cose che ha sognato
e che son scivolate di colpo dalle mani.
Lenta in camicia da notte apre la porta del balcone.
"Giulia...." e non riesce a dir altro sopraffatto dal momento
"ehh...quando...
quando viene Brunello?" abbozzando un mezzo sorriso
"Giulia sono io... sono Brunello" incredulo.
"C'è sempre tanto traffico..."
e lentamente torna verso la sedia.


venerdì 5 aprile 2013

pitAGORAfobia

Ho perso il mio amore
su di un cubo di lato 14
e provando dolore
son ricorso a pensieri più soffici:
1) il dolcefarnulla in miniera
2) toglier il casco e scuoter la criniera
3) una frittur di pesceStronzo in riva al lago
4) un tuffo in un pagliagl di fango in cerca DEL FOTTUTISSIMO AGO.
6) ritrovar infin la via dell'amor...
ma che stupido senza onor!
chiacchero tanto ma son fumoso
si nota l'assenza dell'arrosto lardoso!
Persi il mio amor
e ne sento l'assenza
e se pur tanto mi duole
mi vien di dir "pazienza".
E se ogni flutto del mare
contenesse l'1 per mille
di mie lacrime dolciamare
potrei prenderne un bicchiere
farlo bollire lentamente
e le ultime gocce farle
evaporar al sole
ed il sale con il sole
il sole insiem al sale
sposandosi
figlierebbero cristalli
piccoli
perfetti
levigati
cristalli a forma di cubo.
Ho perso il mio amore
e non ci son cazzi
non torna.
E la vertigine che provo
è un cornicione farcito col vuoto,
la senti sotto i piedi,
morbida libertà
di sbagliar ancora e ancora e ancora.



sabato 16 marzo 2013

vedo luci nel cielo

vedo luci,
nel cielo.
Son stelle,
mute.
Qual'è dunque il loro fascino?
Quel che mi spinge
ad alzar il capo
è la voglia
d'infinito,
di scoprir se due linee rette parallele
non si incontrano mai,
di far terapia di coppia con loro
"Ma dai... vieni incontro all'altra linea
almeno sull'affidamento di qualche punto-figlio o sugli alimenti".
Toste le rette, sempre ligie ad equazioni.
Il desiderio di pescar
con le mani gelate
dal cuore di una cometa
UNA RISPOSTA.
Visto che qua ad abbondar son solo le domande e le incertezze.
L'infinito l'ho visto una volta,
su di una spiaggia deserta,
con Antonino e Fabio,
un pomeriggio di anni fa,
quando alzai il capo
al cielo,
e con gli occhi di un bambino
capii che desideravo
alzar lo sguardo al cielo
MILLE E MILLE VOLTE ANCORA,
ma mille e mille volte ancora abbassandolo,
avrei voluto aver la forza
di esser felice
con quello che ho.
L'infinito
lo bramo
perché
ne faccio parte
e pur non contando un cazzo,
senza me
esso non esisterebbe.
In te infinito
mi perdo
come in un labirinto di siepi,
che odora di arance amare,
nel languido mattino
che suona di gesti perduti
e pentole alla domenica mattina
di caffé al letto,
di incenso,
di presepe,
di legno di un banco,
di pioggia sotto un loggiato,
del gusto che solo l'amore
per una donna può lasciarti,
e del segno che lascia
un vero addio.
Infinito è un brivido
di freddo che mi scuote.
Infinito è il volto
che ritrovo chiudendo gli occhi.

lunedì 11 marzo 2013

riflettendo col culo su di un letto troppo piccolo

e di colpo sorridi,
incontrollatamente,
e la tua dolce risata
son onde
e calore,
onde che viaggian onde farmi sospirare.
Volan via e vedon mari ed isole vergini
vedon montagne, stelle e piazze gremite di rabbia
o gioia.
Di colpo entran dentro ad un bar
che da sul mare
come quello
dipinto su quella scatola di metallo
che ti regalai.
Sbatton sul bancone di legno scuro
e tornano indietro.
Trovano un mondo diverso
pur ripercorrendo gli stessi passi,
mettendo i piedi nelle stesse orme.
Isole arse e piazze deserte,
stelle fredde nello spazio
di un mio sospiro.
Quando giungon a me
son ricordi.
Non son mai stato bravo
ad esser felice,
ne sono mai stato serio
e compito
nella tristezza.
E riflettendo col culo
su di un letto troppo piccolo,
penso che a volte
la vita sia una pigna su per il culo,
sfido chiunque a trovargli un lato positivo.

venerdì 8 marzo 2013

atalante (ignorante!)

Il ciel sembra piombo stasera
e mi pesa sulla testa
e la testa sull'anima.
A reggerlo Atalante
si sforza
gli verrà l'ernia.
Da piccolo avevo un atalante anche io,
e me lo portavo al cesso
e lo leggevo
mappa dopo mappa dopo mappa
altro che emiliosalgari.
Era della deagostini mi pare.
Ce l'avevamo tutte quelle cazzate enciclopediche,
adesso son fallite tutte,
le avranno bruciate tutte le enciclopedie
in una piazza,
e gli spettatori con i riflessi del fuoco
che danzano nei loro occhi sbarrati,
con nel volto l'onnipotenza, l'onniconoscenza. Cazzate.
E bruciano, brucian pagine e pagine come coriandoli infuocati
come stelle scompaiono nel cielo.
E la fuliggine impercettibile sale
e sarà per questo che il ciel sembra piombo stasera,
quel che mi pesa quindi.... è la conoscenza
che svanisce.

sabato 23 febbraio 2013

se per una sola volta

se per una sola volta
fosse tutto come in un film
come un bel libro
di quelli che tremi
alla penultima pagina
perché sai
sai
come andrà a finire
come se avessi
preso un caffé con l'autore
un caffé d'intesa
lui ti guarda da lontano voltare pagina,
annuisce
ed è tutto bellissimo,
il finale perfetto
vere lacrime di gioia
e calore
e un bacio grande quanto la parola
eternità.
Ci son persone che non l'hanno mai finita di pronunciare,
eter...
etern...
et...
e son appassiti col sorriso su due labbra secche ma inarcate di gioia.
SE PER UNA SOLA VOLTA...
pensava Brunello guardandosi allo specchio
in bagno
col sangue rosso sangue,
perché altro rosso non c'è,
che scivolava lento e denso
dalla quella piccola protuberanza
impercettibile
del suo mento.
Solo la lama del rasoio ne conosceva il punto debole.
Era come i <<segni particolari>> della carta d'identità.
Nessuno.
Stronzate e la protuberanza del mento?
Non divaghiamo.
Solo una volta, pensava il nostro Brunello,
ti prego NonDio, tu che sei Non-onnipotente
che ci NonAmi tanto e ci Non-proteggi,
per una sola volta,
sarebbe bello,
esser di nuovo in un cerchio di 2 metri di diametro
insieme a lei.
Se per una sola volta,
le cose andassero come un film,
la inviterei al "ballo incanto sotto il mare",
quello del film di Ritorno al Futuro.
"angel earth angel...." fa eco nella sala
e tu saresti bianca e carne,
perfetta,
con i tuoi riccioli castani
scender sopra un letto di sensualità
e calore.
Col tuo sorriso timido e la tua voglia
di sdrammatizzare i momenti d'imbarazzo.
Sarebbe bellissimo,
non sarebbe reale MA DIO MIO!
Dio mio.
Chissenefrega.
Sarebbe un dolce vagare della mente;
ballando su di una sala di zucchero filato.
"angel earth angel" fa ancora eco nella sala,
e ti bacio.
Giulia amor mio,
il tempo e lo spazio son quella battuta del signore che entra in un caffé splash,
per noi.
Per noi non son niente.
Ed io si che ho la forza di dire ETERNITA',
perché non ho paura dei rimpianti e dei rimorsi,
visto che già ne colleziono molti.
"angel earth angel..." fanculo il paradiso
l'inferno, i santi, i demoni, le promesse, i politici,
i comizi, le idee, gli ideali, le proteste, le lezioni,
le cerimonie, i matrimoni, i parenti, iddio e mia madre che diceva che ero un fallito e aveva ragione.
Al ballo incanto sotto il mare sarei vestito con un abito troppo stretto e tu,
tu
rideresti di me, aiutandomi a mettere la cravatta.
Plic, plic, plic...
la goccia del mio sangue color del mio sangue,
trasforma tutto col ferro che porta,
in questa prigione di realtà.
Ed ho paura della forma
del nostro amore,
che come una goccia di sangue
scompare nel mare delle responsabilità.
Angel earth angel, canticchia Brunello,
ed esce dal bagno
e li lascia tutti i suoi pensieri.

sabato 9 febbraio 2013

in un secondo scatta lo scambio

Fu in un secondo che lo scambiò scattò.
La vespa ancora era accesa
la ruota posteriore girava veloce
come il rullo di una cinepresa
BUONA LA PRIMA!
Si così...
primo piano su Giulia...
ottimo il make up
quel sangue dal naso
i due incisivi rotti.
Classica pioggia da scena drammatica
colonna sonora sorda
di un avvenimento banale
di una storia qualunque.
Lei ridotta in fin di vita,
lui ferito poco nel corpo
ma morto nell'anima.
Che altro aggiungere?
La veglia al reparto di
rianimazione,
l'odio del padre
profondo
"DA DOVE CAZZO SEI USCITO?
BASTARDO FIGLIO DI TROIA!
UBRIACONE DI MERDA!
SE ESISTE UN DIO..."
lacrime pensanti come mercurio
"MORIRAI SOLO
AFFOGATO NEL TUO VOMITO
BASTARDO!"
Parole di rabbia, rancore.
Una gran bella torta ripiena di sfiga,
sfiga come salame dal droghiere,
una fitta di dolore l'etto,
una parte di sanità mentale il grammo.
Fu così che Brunello
guardò l'alba
dal cavalcavia.
Con gli occhi segnati,
le guance bruciate.
Brunello il codardo,
tutti si aspettavano
la sua uscita di scena,
ma non ci accontentò,
ci restammo un po' male
in effetti,
Brunello ineducato!
Brunello adora pescare,
quando era ragazzo
ci andava con lo zio,
con una barca semi affondata,
da svuotare ogni tot di tempo
con delle enormi spugne,
una barca a tempo!
E stavan li per ore,
a volte in silenzio
a volte chiaccherando.
E quella volta che aveva abboccato un enorme polpo?
Gli era sfuggito per colpa del retino rotto.
E quella volta del pesce rimasto infilzato con l'amo sulla coda?
Era proprio un giorno per cui morire,
avvenimenti che ti fanno alzare le mani
in segno di resa.
Brunello era stato il polpo della situazione,
catturato dalla ittica cacciatrice di vite
ma sfuggito per un cavillo burocratico,
Giulia, invece, era il bel pesciolino
infilzato dalla coda. T'ha detto male Giulia.
Fino a poche ore prima,
ciondolavano le loro gambe
dal muretto che costeggia il fiume,
e parlavano di tutto,
d'infinito.
L'infinito.
Luce che illumina l'infinito.
La luce è segno di esistenza.
Se non si è illuminati non si esiste veramente.
E i ciechi?
Ne sentono il calore senza dubbio.
Se la luce non ti coglie come materia,
tu sei solo un sentito dire,
una firma su di un documento
da registrare, da inoltrare,
da verificare.
Loro si illuminavano a vicenda,
chilowatts d'amore autoprodotti
dal magnetismo reciproco.
"SOLEnoide mio,
campo elettrico di fiori,
sento elettroni e fotoni
li vedo e so che son veloci,
me ne fotto
dell'indeterminazione
di un quarto d'ora fa,
quando non ti conoscevo.
Ora tutto è delineato.
Come l'ultimo colpo di pennello.
Silenzioso e risolutivo"


giovedì 7 febbraio 2013

Io e la neve non abbiamo mai avuto il piacere di incontrarci

Io e la neve.
Scende come lucciola
nel freddo del giorno,
dell'inevitabile adesso.
Non ha nulla a che fare
con la pioggia.
La neve
snobba ogni abbraccio
ogni unione
ogni generalizzazione.
La neve danza
egoisticamente
zig zagando
di fronte
al marrone contratto
dei miei occhi gelati.
Ti sorride per un istante
e si volta
ri-volta
ciondolando il capo
con le sue cuffie di ghiaccio
nelle orecchie gelate
al suono di violini leggeri.
La neve è
a volte per poco
un freddo bacio,
una carezza
alla madre terra.

sabato 12 gennaio 2013

Confesso

Ciao,
sono io Sebastiano.
In questi 3 anni ho scritto molto su questo blog.
Son cose vomitate dalla mia testa,
senza cura,
senza senso a volte,
senza perché.
Perché si,
per non impazzire,
per non uscire dal seminato.
Son contento se a qualcuno di voi ha fatto piacere leggerle,
se avete riso o vi siete emozionati o immedesimati.
La mia vita in questi ultimi 3 anni è stata bella,
mi son sentito in alcuni momenti vivo, veramente vivo.
Ho amato tanto. Tante persone.
Poi ho amato tantissimo. Poche persone.
Poi ho amato lei.
Ci sono molti riferimenti a lei,
a lei che è un po' in tante cose.
Adesso la mia vita cambierà.
Non so cosa succederà,
ma temo
e ho timore
come l'hai tu
o come lo ha lei,
lei
che
perderò,
pian piano.
Bella merda.
Un bacio a tutti voi.

venerdì 11 gennaio 2013

Come può andar peggio

Non riesco ad immaginare
come potrebbe andar peggio?
Cazzo!
Il problema è che
son sempre stato un tipo fantasioso.
Che fregatura.

Mi immagino
sotto un'altra pioggia.
Acqua
dal sapor
di miniere.
Ciminiere
in lontananza
che son segnali
son sorrisi
solforosi
in un cielo
metilarancio.
Mi pesan le spalle,
mi brucia il tallone
destro.
Lo specchio riflette
uno schizzo di me
ed il carboncino
non mi rende
giustizia.
Ma la verità è
che mi piace
la visione
vissuta di me,
aspiro alla virilità
che non ho
e che fingo di non volere.
Dico una cosa
in quell'istante
che ancora non c'è
ma
ne
sento
già
la dolce ironia.

giovedì 10 gennaio 2013

So far ridere

So far ridere
SBADABOOM!
son stronzate costellate in crostate affettate
son bugie su elegie di misogini tranvie
Miao?
Mia OH!
Ah va bene
esclamazione con vista pene!
E allora andiam dentro
nell'entrare son portento
or mi duole un legamento
ancorato ad un sentimento
Amore?
A MORE!
Ah va bene
esclamazione con vista bosco!
Mi son mosso in modo losco
Chiosco, bosco, fosco,
la zanzara non ha zanzaro
e la mosca non ha il mosco!
Mosco....mozzo....tozzo....
la marineria è cosa seria
esser basso non è fessèria
mi nascondo negli anfratti
poche parole e tanti fatti.

ho famuzza

Or mi faccio la crostata
in terza riga nominata,
ma la cuocio poco....è cruda....
Si, io non voglio che s'illuda.


mercoledì 9 gennaio 2013

Due volte l'anno

La luce del mattino non bastava neanche a distinguere un elefante da un barattolo di salsa, mentre Brunello assonnato si dirigeva verso il cantiere, sbuffando vapore nel freddo di un giorno non identificabile che chiameremo Giovesabatodì 34 Settembraiogno di un anno inconsistente del non-Signore.
Aveva finito latte e biscotti e allora decise prima di prendere il pulman di far colazione al bar vicino alla fermata:"facciamo i signori!" pensò odorandosi le ascelle per vedere se la doccia di ier sera avesse sfondato il muro del tempo che la nott....va insomma per controllare se puzzasse oppure no.
La colazione
è una orazione
al tempo
ci si può perdere in chiacchere
sul calcio
sul bosforo
sulle metereologiche condizioni
che rendon il governo
passibile del reato di furto,
si può star in silenzio
e fissar il cappuccino
rilassarsi
dallo stato schiumoso
al suo stato di calma piatta,
la si può fare in 3 minuti esatti
con lo sguardo duro
e orologio-apprensivo-contemplante
di chi sta sprecando tempo/denaro
nel frattempo.
La colazione al bar
è il luogo dove
la vera costituzione
di questa repubblica
delle banane importate
è stata scritta!
Appena dentro si sentì come nel mercato del Cairo: caos, chiacchere, TIN TIN di sottobicchieri e tazze che si scontravano come molecole, come api di un alveare troppo stretto, persone diverse nello stesso posto per fare la stessa cosa in modo diverso. Ognuno ha i suoi gusti al bar: con poca schiuma, in tazza grande (come la canzone di Dalla), al vetro, macchiato freddo, con poca marmellata, vuoto (VUOTO!? ma vai a fare la dieta da un'altra parte!), no il cornetto la sfoglia grazie, prendo solo un caffé (poi mangi la merda delle macchinette distributrici a lavoro, mafallafinita).
Oh cornetto alla crema
sei degno di proferir parola
mi approfitterol di te
ancora una volta
la tua crema calda
sarà porno di me
sarò la tua nuova casa
sarai il detonatore
della mia felicità istantanea.
Nel trambusto del bar bisogna farsi valere per ordinare:
1)ignorare la scritta "munirsi di scontrino alla cassa prima"
2)fare breccia del muro di persone che ricoprono il bancone come una barriera corallina, come la membrana di una cellula, in doppio strato personeciccionelipidico e farlo con tutti i mezzi: in guerra in amore e al bar valgono tutti gli espedienti!
3)parlare chiaro come per una dichiarazione dinanzi ad un giudice: i veri uomini ordinano, e tutto viene compreso in un unica serie di suoni maestosi.
4)difendi la tua posizione, il tuo zucchero e la tua pasta dolce fino in fondo oppure nell'indecisione levati dai coglioni e vai a trovar posto nei tavolini degli eletti (quando ci sono), ma queste son scelte oculate, come muovere la fanteria leggera sul crinale o farglielo aggirare a Waterloo.
5)paga, e se sei arrivato vivo fin qui ricevi una onorificienza dallo stato.
Brunello fatta breccia fu respinto da un "e ma scuuuuuusiiiiiiiii ci son prima io NON SALTIAMO LA FILA!"
e fu sputato fuori e bandito dal bancone; una volta penetrato dopo 10 minuti di spintoni ascese al cielo e "deve fare lo scontrino prima" e fu bandito nuovamente, non aveva neanche aperto bocca. Dopo lo scontrino fatidico, col cornetto con la crema che raffreddava nelle sue mani (si mangiano rigorosamente contemporaneamente alla bevizionegoduriosa del cappuccino) sfondò l'artiglieria comandata da un maresciallo del carabinieri e altri suoi colleghi e quando la divinità del barista gli porse attenzione (hai esattamente 15 millisecondi per ordinare prima che qualcuno ti sovrasti o lui si volti da un'altra parte più meritevole di attenzione) disse "un cappcpccncinno" che fu tradotto in un caffé al vetro in tazza grande macchiato freddo. Aveva fallito. Bestemmie interne. Cornetto freddo. 5 Maggio delle colazioni per mantenerci sulle metafore Napoleoniche, oggi era morta la colazione e le palle sventolavano roteando al vento al posto di salici piangenti o fronde d'alberi.
Poi assistette alla scena.
Un vecchio pomposamente vestito, seduto al tavolo dei potenti
veniva servito da un aiuto-aiuto-aiuto barista (piuttosto avanti in età considerando il rango)
mentre il vecchio avvocato/dottore/gradi alti delle forze dell'ordine/politico
offriva colazioni a destra e a manca
venendo ringraziato
stringendo mani
salutando gente per NOME
un tripudio italiano!
una scena da parlamento
da comizio
urlato
dalla balconata di un palazzo romano
osannato dallo sventolare di cornetti.
L'aiuto...........barista porta il resto
dopo un difficile conto considerando
la banconota da cento euro e le imprecisate
paste/cappuccini/caffé offerti
da questo esponente della alta società
prossimo probabilmente alla santità
già beato di certo
Pio avvocato Pio maresciallo
Il resto consisteva in monete oltre che in banconote
"MA NOOO ma che ci faccio co ste monete!?!?"
"NOOO prendile tu dai le vuoi no?"
il pezzente essere in divisa da barista prende
un euro dal mucchio di monete
pausa
"NE VUOI ANCORA?" urlando con nobiltà
"E PRENDI DAI...." con un gesto papale
ignorando in parte l'uomo fa cadere delle monete in terra.
Brunello si china ad aiutare l'uomo a raccoglierle.
"Ah grazie mille non si preoccupi" timidamente disse
senza nemmeno guardarlo in volto.
"AH NO per te NON C'E' NIENTE ho già dato oggi!"
riferito a Brunello in tuta da muratore/operaio
e giù risate con altri della sua stirpe, ombre eclissate
sullo sfondo comunque.
Ed ecco qui arrivati al dunque.
Sol 2 volte l'anno Brunello dimostra
un flebile orgoglio
figlio del suo sangue
nipote delle ossa
che sa di legno e pietra.
"Lei non è neanche capace di dare una mancia lo sa vero?"
disse scandendo ogni lettera, ogni parola.
Il trambusto si affievolì d'improvviso.
Il duca ed il pezzente si fissarono
negli occhi in quell'attimo
di pura democrazia
di pura irriverenza
di pura lotta di classe!?
"MA CHI CAZZO SEI ma COME TI PERMETTI?"
sbraitando con tutta la nobiltà che non ha mai avuto
"Non sono nessuno
ma
lei
è
il vero pezzente qui"
Così dicendo Brunello si volta ed esce via.

domenica 6 gennaio 2013

Quella notte di nebbia e amore

Una notte m'innamorai.
La nebbia avvolgeva tutto
e componeva
carezze d'acqua
sul mio volto
impertinente
di studente.
Sfrecciavo veloce
così tanto
che lampo dinanzi a me ne fu sorpassato e mi mostroò il dito medio
"BASTAAAAAARDOO!!! Non si sorpassa a destra"
lampo ligio alle regole.
Ma io no,
perché quella notte
correvo,
fuggivo dall'eco
di una vita morbida.
Quella notte avevo te
e solo te,
avvinghiata al mio corpo
e come le radici di un albero
le tue dita e le tue mani
eran dentro il mio petto
ed il mio sangue pulsava nelle tue vene
ed il tuo sangue pulsava nei miei lombi
ed il mio sentimento era il tuo sentimento
e tutto PER DIO
tornava.
Tornava come un'equazione
senza incognite.
La nebbia sembravan piume
di passerotti fantasma
ed il cinguettio
era il vento gelido,
ma a noi non fregava un cazzo,
del freddo,
dell'esame fallito,
della riga sulla vespa nuova,
del governo Prodi,
della guerra
oddio ci dispiaceva per la guerra,
ma vabbé l'amore era un lasciapassare
per l'istante di felicità
che vivevamo,
e le tue labbra sapevano
di mentadent
e le mie di colgate,
e la tua pelle di crema corpo nivea,
messaggi promozionali fissati in ricordi
ed erezioni
ed i battiti e le mani ladre di epitelio bollente.
L'amore è tutto, quando è ogni cosa
e tu divieni la tela
e la vita è un disegno
ed io che non ho mai saputo disegnare neanche quella fottutta natura morta che mi obbligavano a fare alle medie, io dipingevo come una stampate a getto d'amore.
La notte di nebbia,
profumava di te,
Giulia.