lunedì 18 giugno 2012

quello che

quello che crolla del mio mondo
finisce in polvere,
sottile.
Mi siedo
su di un gradino
di marmo,
nell'atrio
del palazzo
dove son cresciuto
e mi godo
la frescura
per un tempo INFINITO.
Mi vedo sorridere,
piccolo,
con quegli occhiali
che son fondi di bottiglia.
Con i canini storti da latte
che non voglion venir giù.
Con quella riga di lato
che fa tanto bravo ragazzo.
E se perdevo a pallone
ci stavo male,
ma finiva li,
sul campo.
Quello che crolla del mio mondo
lo posso ricostruire,
la polvere
la impasto col cemento
della mia tenacia,
con il sorriso
che sta scritto
nel mio cognome,
con l'ottimismo
della mia famiglia.
Rido delle sventure,
amaramente,
sorrido sulla felicità,
in istanti che sono eterni.
Quello che vorrei,
se abbasso lo sguardo
ce l'ho già.

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