domenica 4 novembre 2012

eravamo in due

...e sono rimasto sola.
Indosso una giacca,
ancora in buone condizioni
presa dal mucchio di abiti
portati da una signora della caritas
al mio ultimo giorno d'ospedale.
Malconcio,
zoppicante,
barba appena fatta,
un mazzo di fiori
comprati con qualche euro
"prestati" dalla capo - sala
del reparto di ortopedia.
Brava donna:
"Fai quello che vuoi della tua vita
ma non portar nessuno con te
nel tuo inferno"
Centro.
Stima.
Proverò anche a restituirle quei soldi.
Sono sobrio da quasi due mesi.
Mi fa male la vita.
Mi infastidisce,
mi causa dolore,
ho bisogno del mio anestetico,
ma purtroppo tutto ciò mi fa sentire vivo.
bzzzzzzzzz
"Chi è?"
esito.
"Chi é?"
Parlo
"Signora sono Brunello"
troppo piano, con un fil di voce,
lo stomaco gira e rigira,
affanno,
il cuore batte veloce.
Sono vivo.
"SIGNORA sono IO, Brunello"
Silenzio.
"Che vuoi?"
parole metalliche,
senza vita.
"Vorrei vedere Giulia
sono sobrio e pulito da 2 mesi
la prego"
"Va via Brunello"
odio come ghisa
paura come pioggia di lacrime
una vanga che scoperchia lapidi
di tombe dimenticate.
Son nomi
e parole
mai dette
che mi uccidono.
"Signora la prego
sono pulito
voglio solo rivederla
un attimo"
Silenzio.
"Ora riposa Brunello
non so se vorrebbe
incontrarti,
a volte è distante
e non riconosce nemmeno
me....... va via Brunello
te lo dice una madre
te lo dico io che non ti odio"
parole come sementi
in un capo arato d'amore.
ma arido e spaccato dal sole,
la schiena piegata in due
di uno che come me
non ci sta capendo più un cazzo.
"Signora la prego
me la faccia guardare
anche dalla fessura della porta
mi dia una spinta
per poterci provare
a sistemare le cose"
un lungo sospiro
"Devi farlo da solo.
Giulia è spezzata
e quel che rimane
non è ciò che vorresti"
Clic.
Mi siedo sullo scalone
del portone
freddo sul mio culo gelato.
Un culo gelato dal Novembre
che solidifica il mio sangue
limpido,
sobrio.
Guardo il cielo
che mi ricorda
l'azzurro dei suoi occhi
marroni.
Guardo il cielo
e dopo tanto tempo
piango.
Come avessi pianto ieri,
piango.
Dio quanto mi sento vivo.
Dio quanto vorrei bere.
"Brunello"
mi volto
"Signora....
mi scusi vado via
vado via subito"
testa china
"Hai bisogno di soldi?"
vergnogna
"Non si preoccupi
me la caverò
voglio rimettermi in piedi
lavorare"
sorride
mille i suoi anni
999 i miei.
"Non farti vedere da Salvatore
sta per tornare e"
esita
"Meglio non ti veda"
mi asciugo le lacrime con la giacca
che sa di pulito
di lavanda
"Capisco.....vado via
ma la prego
appena trovo un lavoro
la prego
mi faccia rivedere Giulia
anche per un attimo"
Mette le mani sotto il grembiule consunto.
"Tieni cinquanta euro
mangia qualcosa di caldo
questo è l'indirizzo di un mio caro amico
che affitta le camere della sua casa
digli che ti mando io
l'ho già chiamato
ed il primo mese è già sistemato
il secondo devi pagartelo tu
adesso vai"
Mi porge i soldi ed un biglietto scritto a penna rossa.
Li prendo.
Ultima lacrima che cade
e sa di mare
caldo.
La porta si chiude dietro di lei.
Apro la banconota piegata in due
ed una fototessera si schiude
illuminata dall'incredulità dei miei occhi.
Giulia
amore mio.
Giulia
amore mio.
Giulia.
Esista ancora
la luce che ti compone,
la luce che ti ha accecato.
La luce che mi ha affettato.
Mi sento vivo
e Dio solo saprebbe, se esistesse,
quanto vorrei bere adesso.


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