sabato 15 dicembre 2012

Freddo e metallo

Guardo il cielo.
Solo allora dimentico
cosa sanno i miei piedi.
Divento aria, acqua e luce,
tutto d'un colpo
e respiro,
il dolciastro dell'ozono in gola.
Ciondolo dall'impalcatura
fredda e umida di pioggia,
con le gambe leggere leggere.
Con un panino col salame in mano.
E pensare che non avevo capito
un cazzo della vita.
E' possibile che bisogna
perdere qualcosa
o rischiare di perderlo
per capirne l'importanza?
PERCHE'?
Che creature del cavolo
gli esseri umani.
Campi di sofferenza
per una spiga di gioia.
Distese aride di rotture di coglioni
per un fioccodineve-sorriso.
Ma vaffanculo.

"Bruné....
ma l'hai vista aqqquella??
Va come sculetta puttana eva!!
Troia.... troia esibizionista....
si mette la minigonna per
farti venire il cazzo duro....
son tutte troie le donne sai?!
Sai cosa faccio io??
Me le scopo duro....
le umilio....
porccccoddio quanto mi piace!
A te piace il cazzo vero??
Sembrinfrocio a volte"
Antonio mi riporta a terra
in un attimo.
"Sai antò una volta
una puttana
non ha voluto
scopare con me
perché puzzavo"
Silenzio di un paio di secondi.
Ridendo
"Dai cazzo
ma che uomo di merda sei?!??
Un minimo di Ciarm ci vuole
Savuarfer.... non ci sai proprio fa
con le troie ahahahahahahahaha
mi fai morì!!!! Diocanaccio"
Con un balzo scende dall'impalcatura
"Vado a cagare va.... dioccccccane".
Così facendo si allontana verso
la casupola del bagno chimico
grattandosi le natiche.
Brunello si guarda le mani.
Son tutte tagliate.
Mani come tombe egizie
impolverate e dimenticate
sotto i deserti, le dune.
"Ho sempre voluto vedere l'Egitto"
pensa tra se e se e se
e se poi è solo sabbia?
Brunello adora mettere i piedi bagnati
nella sabbia calda,
quella sensazione di panatura d'uomo,
scudo di roccia, seconda pelle insensibile.
Si avvicina Sebastiano e si siede accanto a lui,
sguardo contratto,
fasciatura sul pollice della mano destra
rossa di sangue.
"Ti fa tanto male Sebastiano?"
Siciliano di quarant'anni,
disoccupato,
emigrato con gli occhi sempre tristi,
baffuto d'amicizia e solitudine.
"Un po'.... per un pochino non potrò
fare l'autostop eheheh"
sdrammatizza sempre tutto Sebastiano.
Mi piace perché sa rispettare il silenzio,
a volte pranziamo insieme e stiamo zitti,
poi lui racconta una barzelletta e si ride,
un po', non troppo, ma si ride insieme,
consensualmente.
D'improvviso si rimette a piovere.
"SIGNORI LA PAUSA E' FINITA...
A LAVORARE".
"Mi manca casa sai Brunello?"
lo guardo negli occhi lucidi
"Un giorno verrò a trovarti
e annegheremo nell'abbraccio
della tua terra di sale e mandorle"
Brunello lo pensa solo non lo dice.
Una pacca sulla spalla ed un sorriso.
E via.

2 commenti:

  1. Difficile commentare...
    Crudo, poetico e bellissimo.

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  2. Grazie mille... al solito rileggendolo avrei potuto scriverlo in maniera diversa pur dicendo quello che era nelle intenzioni....ma non mi do seconde chances....volutamente :)

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