giovedì 12 dicembre 2013

Quei durissimi chewing gum

Sandro pensava intensamente con il suo miglior sguardo alla Giucas Casella, fissando la bocca perfettamente tonda del suo interlocutore, a quei durissimi chewing gum che distribuivano delle macchinette nei tabacchi quando lui era piccolo: dolcissimi, ma impossibili da masticare se non dopo ore di “succhia succhia” (Cit. 3° livello)[1]. Come un monaco tibetano si esercita in gite fuori porta extracorporee domenicali, Sandro si estraniava, catapultava via forzatamente il suo molliccio cervello siciliano oltre l’orizzonte innevato, per evitare di prendere chi gli sedeva di fronte a sberle o peggio ancora di fargli dir “cheeeseee” con la faccia nella toilette profumo lavanda del TGV Parigi-Milano, ovviamente il tutto dalla classica inquadratura dal punto di vista dell’interno tazza.
Le toilette dei treni francesi meritano una piccola digressione: esse hanno il 97% dell’atmosfera interna di pura molecola di lavanda e il 3% di ossigeno libero, di conseguenza anche la minima flatulenza può provocare l’asfissia verso una morte certa dell’occupante: infatti una volta Sandro era talmente tanto in carenza di ossigeno che dimenticandosi di chiudere la porta su di un regionale verso Lione in quel super tecnologico cesso ferroviario si era pisciato tutti i pantaloni perché il controllore aveva aperto la porta d’improvviso e “pardonemuà monsieur e mannaggia a chi te murt”; questo ovviamente di fronte a tre francesine sedicenni che transitavano nel mentre dinanzi alla toilette in tipica divisa da collegiale. Pisciarsi dei pantaloni in pubblico è una cosa veramente democratica: rispetto al pantalone urinato le differenze sociali si annullano ed è in quei momenti che lo stile fa la differenza. Sandro era tornato come se niente fosse al proprio posto ancheggiando come il più molleggiato Celentano.
Ma tornando al presente, Sandro e il suo appiccicoso interlocutore avevano in comune due cose: i loro DNA appartenevano alla specie umana ed entrambi erano emigranti in Francia. Stop. Per il resto il signor “Francesco ma tutti al paese mi chiamano ciccio” apparteneva alla classe dei <<coglioni saccenti so tutto io della vita uomo di mondo fidati che se l’Italia va a puttane è per colpa dei negri e degli slavi>>.
“Perché capisci questi qua vengono e rubbano… stupprano… e poi nun si lavano mica!? Dimme na cosa buna che hanno fatto gli slavi?” e continuava a ruota libera mentre Sandro invecchiava come il ritratto di Dorian Gray dall’omonimo romanzo.
“il porno” e così dicendo Sandro alzandosi raccolse la borsa e andò via a cercarsi un altro posto per continuare il viaggio in santa pace.
“ma perché mi capitano sempre sti personaggi cazzo?” pensava tra se e se Sandro “perché non mi possono succedere degli incontri assurdi di maiale indemoniate come a quel bastardo di Silvio!” così dicendo borbottava e rimuginava attraversando vagoni strapieni di persone in palese eccesso di anidride carbonica.
Sandro si riferiva a quella volta che il suo migliore amico Silvio, che avremo presto il dispiacere di conoscere, aveva trovato una tipa fuori di testa su di un intercity Roma-Firenze che l’aveva trascinato in bagno e aveva preteso un campionario completo di cazzi stile manuale delle giovani marmotte maiale edizioni bompiANI (cit. 1° livello). Come se non bastasse la suddetta ragazza di un età non meglio identificata, per rimanere nello stereotipo della maiala come solo Silvio sapeva trovarne, aveva continuato ad assillare il povero Silvio di videochiamate skype che avevano come tema principale la sparizione di vegetali e di frutta fallica nei voraci vegetariani orifizi della giovane: poi non dite che le nuove generazioni ignorano il terziario e l’artigianato! La tipa riusciva a tornire una zucchina col culo in 20 secondi tagliandola alla julienne come il miglior gordonremsy. La “vegetacazzi” così come era stata soprannominata aveva interrotto la relazione skype dopo che Silvio aveva chiesto una notte, con tutto il suo charme sardo, “Ma poi sta roba la lavi e la mangi o la butti?”.
Niente da fare a Sandro capitavano solo rompicoglioni. Nel grafico a torta che è la vita del povero Sandro, nemmeno uno spicchietto era dedicato agli “incontri sessuali promiscui ferroviari”. Che vita buttata dal finestrino di un treno in corsa!
In effetti non c’è miglior modo di presentare i nostri protagonisti se non attraverso il rapporto che hanno con il gentil sesso, che poi nel caso di Sandro questo “gentil sesso” aveva avuto inizio con una sua famosa cugina ampiamente navigata di trapani, che aveva trasformato una normale gita al mare in un incredibile evento! Non poteva mai dimenticare come, mentre Sandro faceva il suo dovere, lei continuasse a chiedere “Ti piace eh? Ti piace si vede! Ti piace eh? Ti piace o no?” ma che cazzo di domanda è pensò sul momento Sandro alquanto confuso. Questo evento lo segnò talmente tanto che durante la sua seconda volta con una bellissima compagna di classe del tempo (Katia si chiamava, ma quanto cazzo era bella Katia!) Sandro costellò l’incontro farcendolo con “minchia quanto mi piace! Quanto cazzo mi sta piacendo! Oh certo che veramente mi sta piacendo un sacco!” pensando che la prima volta avesse peccato in comunicazione. Katia apostrofò d’improvviso “Ma sei scemo o cosa?”.
Quindi il rapporto di Sandro con le donne può riassumersi nella parola: problematico.
Il nostro caro Sandro era il tipo che si innamora delle migliori amiche e poi ci sta male se loro rispondono :”chiamo il 113”. Quanta ineducazione al mondo. Quante incomprensioni. Quante chiamate al 113.
E quella volta che dichiarandosi ad una donna lei l’aveva interrotto dicendogli “Ma no no no io non ti amo comunque”? Eventi biblici.
“e cazzo fammi finire almeno” aveva pensato e mentre piangeva sull’honda bali del 92 che aveva 46 mila chilometri d’età, e mentre il bali borbottava nel traffico e Sandro piangeva, mentre pioveva; e mentre piangeva e pioveva e il bali borbottava Sandro si chiedeva il perché provasse tutto questo dolore? Cosa ci fosse di sbagliato in lui? E così pensando aveva smesso di mangiare, era dimagrito 40 chili, era diventato uno sportivo, aveva rinnovato lo stile, il look,tutto ciò sotto gli occhi di Silvio e Nicola increduli. Si era ripresentato otto mesi dopo alla spezza cuori ineducata di prima, durante una festa in campagna: l’idea era di ottenere una piccola rivincita, invece la tipa se lo era rigirato come un calzino, perché diciamolo che le donne fanno dei tipi come Sandro, i creduloni/illusi, quello che vogliono. Si erano appartati, e lui la desiderava talmente tanto che sentiva due forze di gravità, la prima dall’alto verso il basso, la seconda da lui verso lei. Altro che la mela di Newton! “questa sera è veramente speciale” e mentre lei lo fissava con i suoi grandi occhioni azzurri. E Sandro pensava “è fatta raga!” calcolava tutto, strategie napoleoniche, accerchiamenti di seni e vie d’uscita quagliesche.
“è tutta la serata che voglio dirtelo Sandro … ho conosciuto un tipo e ci sto insieme da qualche settimana … credo sia l’uomo giusto” e li la vita del nostro protagonista cambiò di colpo. Si alzò e fu compostamente ma inevitabilmente “porco dio”. La sua prima bestemmia. Parto cesareo dell’assenza di dio.
E mentre andava via era felice; mentre andava via era triste. L’importante comunque era andare via in quel momento. Le costellazioni gli sorridevano o magari lo prendevano per il culo, ma va bene così. E Silvio rise fino alle lacrime di quella storia e Nicola apostrofò la serata con un aulico “mi fa male il cazzo andiamo raga”. Petrarca non avrebbe saputo dirlo meglio.
Sandro era un sognatore. Aveva fatto del suo sogno la sua vita: la ricerca. Ma sapete i sogni son molto diversi quando si avverano principalmente perché i sogni non si avverano mai, ci si va vicino come quando a bocce sfiori il boccino, ma non puoi fondere boccino e boccia in un'unica perfetta sfera, è impossibile. Stessa cosa vale per i sogni: ci si può avvicinare ma non sono mai come quando li pensi fissando il cielo sospirando. Realizzare un sogno spesso comporta molte rinunce e Sandro ne aveva fatte tante di rinunce per realizzarlo. Era emigrato in Francia, si era lasciato tutto alle spalle. E la verità era che non ne valeva la pena, ma aveva più orgoglio nelle vene che globuli rossi e questo non l’avrebbe mai ammesso. Pensate a Cristoforo Colombo: aveva il suo sogno di andare per mare verso le indie, lo realizzò dedicandogli tutta la vita, e mentre lo faceva a Genova gli ciullavano la moglie magari. Karma alcuni direbbero? Troia direi io.
Perché Sandro era su quel treno non era mica un mistero. Stava tornando verso la città dove si era laureato per la festa di laurea del suo caro amico Silvio che era riuscito a concludere gli studi dopo 7 anni, 3 dei quali passati in un limbo di tesi più simile all’inferno. Ma poco importava adesso, di tutta la fatica, degli eventi assurdi degli ultimi anni, erano stati shakerati in una specie di lavabiancheria cosmico, dove il sapone era la sfiga. Ma va bene così, adeso era tempo di festeggiare. Cosa che richiedeva tutte le energie a disposizione oltre che un’organizzazione minuziosa. L’idea era di passare a prendere Nicola a Milano. E scender giù a raccattare gli altri due membri del gruppo per riunirsi con Silvio e celebrare e bere e “come se non esiste un domani” anche se domani comunque poi alla fine esiste.
Alla fine riuscì a trovare un posto per sedersi ed ovviamente
“ma tu che ne pensi di kylie minogue?” gli chiese un tipo.
“beh è veramente molto bella” rispose diplomaticamente Sandro “si dice abbia uno dei fondoschiena più belli del mondo” e mentre lo diceva era scientifico e neutrale, distaccato e chirurgico nella precisione lessicale.
“e certo” intervenne una tipa seduta di fronte a loro “perché se non hai il culo bello in questa società maschilista non vali un cazzo! Che serve studiare? Bla bla Società Sessista bla bla Donna oggetto bla bla” e mentre tutto ciò accadeva sul palcoscenico che è la sua vita, per la serie <<oggi in programma un frullato di rotture di coglioni dodicesima replica>>, Sandro non poteva crederci “ho un dottorato ma devo esser giudicata per il mio culo no?” e così dicendo Sandro alzò la mano per interromperla
“è … kylie … minogue” lentamente, scandendo, assaporandone le parole.
“e che vuol dire bla bla le veline bla bla favori sessuali” STOP. Di nuovo mano alzata e sguardo di Sandro deciso, irremovibile, come l’ultimo dei mohicani dinanzi alla morte certa
“stiamo parlando di … kylie … minogue” e aggiungendo “capisce che … kylie minogue ha fondato la sua intera esistenza sull’immagine e sul suo fondoschiena? Lei è laureata in non so che e kylie minogue è laureata in culo! OK?” e così dicendo Sandro si alzò di scatto guardo il soffitto del treno, e lo sguardo laser superò le lamiere del treno, il traforo del frejus, le alpi, le nuvole, lo spazio siderale e maledisse tutto il creato per la sua sfortuna negli incontri ferroviari.
Il resto del viaggio fu gusto lavanda.



[1] Ci sono tre tipi di citazioni: 3° livello, che dimostrano conoscenze letterarie/musicali/pittoriche/cinematografiche, tipica conoscenza inutile; 2° livello, pornografiche classiche e citazioni da racconti sessuali con protagonisti terze persone anche non confutati; 1° livello, sessuali ma esclusivamente riferiti a esperienze dirette comprovate da solide prove.

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