Sandro pensava intensamente con il suo miglior sguardo alla
Giucas Casella, fissando la bocca perfettamente tonda del suo interlocutore, a
quei durissimi chewing gum che distribuivano delle macchinette nei tabacchi
quando lui era piccolo: dolcissimi, ma impossibili da masticare se non dopo ore
di “succhia succhia” (Cit. 3° livello)[1].
Come un monaco tibetano si esercita in gite fuori porta extracorporee
domenicali, Sandro si estraniava, catapultava via forzatamente il suo molliccio
cervello siciliano oltre l’orizzonte innevato, per evitare di prendere chi gli
sedeva di fronte a sberle o peggio ancora di fargli dir “cheeeseee” con la
faccia nella toilette profumo lavanda del TGV Parigi-Milano, ovviamente il
tutto dalla classica inquadratura dal punto di vista dell’interno tazza.
Le toilette dei treni francesi meritano una piccola
digressione: esse hanno il 97% dell’atmosfera interna di pura molecola di lavanda
e il 3% di ossigeno libero, di conseguenza anche la minima flatulenza può
provocare l’asfissia verso una morte certa dell’occupante: infatti una volta
Sandro era talmente tanto in carenza di ossigeno che dimenticandosi di chiudere
la porta su di un regionale verso Lione in quel super tecnologico cesso ferroviario
si era pisciato tutti i pantaloni perché il controllore aveva aperto la porta d’improvviso
e “pardonemuà monsieur e mannaggia a chi te murt”; questo ovviamente di fronte
a tre francesine sedicenni che transitavano nel mentre dinanzi alla toilette in
tipica divisa da collegiale. Pisciarsi dei pantaloni in pubblico è una cosa
veramente democratica: rispetto al pantalone urinato le differenze sociali si
annullano ed è in quei momenti che lo stile fa la differenza. Sandro era tornato
come se niente fosse al proprio posto ancheggiando come il più molleggiato
Celentano.
Ma tornando al presente, Sandro e il suo appiccicoso interlocutore
avevano in comune due cose: i loro DNA appartenevano alla specie umana ed
entrambi erano emigranti in Francia. Stop. Per il resto il signor “Francesco ma
tutti al paese mi chiamano ciccio” apparteneva alla classe dei <<coglioni
saccenti so tutto io della vita uomo di mondo fidati che se l’Italia va a
puttane è per colpa dei negri e degli slavi>>.
“Perché capisci questi qua vengono e rubbano… stupprano… e
poi nun si lavano mica!? Dimme na cosa buna che hanno fatto gli slavi?” e
continuava a ruota libera mentre Sandro invecchiava come il ritratto di Dorian
Gray dall’omonimo romanzo.
“il porno” e così dicendo Sandro alzandosi raccolse la borsa
e andò via a cercarsi un altro posto per continuare il viaggio in santa pace.
“ma perché mi capitano sempre sti personaggi cazzo?” pensava
tra se e se Sandro “perché non mi possono succedere degli incontri assurdi di
maiale indemoniate come a quel bastardo di Silvio!” così dicendo borbottava e
rimuginava attraversando vagoni strapieni di persone in palese eccesso di
anidride carbonica.
Sandro si riferiva a quella volta che il suo migliore amico
Silvio, che avremo presto il dispiacere di conoscere, aveva trovato una tipa
fuori di testa su di un intercity Roma-Firenze che l’aveva trascinato in bagno
e aveva preteso un campionario completo di cazzi stile manuale delle giovani
marmotte maiale edizioni bompiANI (cit. 1° livello). Come se non bastasse la
suddetta ragazza di un età non meglio identificata, per rimanere nello
stereotipo della maiala come solo Silvio sapeva trovarne, aveva continuato ad
assillare il povero Silvio di videochiamate skype che avevano come tema
principale la sparizione di vegetali e di frutta fallica nei voraci vegetariani
orifizi della giovane: poi non dite che le nuove generazioni ignorano il
terziario e l’artigianato! La tipa riusciva a tornire una zucchina col culo in
20 secondi tagliandola alla julienne come il miglior gordonremsy. La “vegetacazzi”
così come era stata soprannominata aveva interrotto la relazione skype dopo che
Silvio aveva chiesto una notte, con tutto il suo charme sardo, “Ma poi sta roba
la lavi e la mangi o la butti?”.
Niente da fare a Sandro capitavano solo rompicoglioni. Nel
grafico a torta che è la vita del povero Sandro, nemmeno uno spicchietto era
dedicato agli “incontri sessuali promiscui ferroviari”. Che vita buttata dal
finestrino di un treno in corsa!
In effetti non c’è miglior modo di presentare i nostri
protagonisti se non attraverso il rapporto che hanno con il gentil sesso, che
poi nel caso di Sandro questo “gentil sesso” aveva avuto inizio con una sua
famosa cugina ampiamente navigata di trapani, che aveva trasformato una normale
gita al mare in un incredibile evento! Non poteva mai dimenticare come, mentre
Sandro faceva il suo dovere, lei continuasse a chiedere “Ti piace eh? Ti piace
si vede! Ti piace eh? Ti piace o no?” ma che cazzo di domanda è pensò sul
momento Sandro alquanto confuso. Questo evento lo segnò talmente tanto che
durante la sua seconda volta con una bellissima compagna di classe del tempo
(Katia si chiamava, ma quanto cazzo era bella Katia!) Sandro costellò l’incontro
farcendolo con “minchia quanto mi piace! Quanto cazzo mi sta piacendo! Oh certo
che veramente mi sta piacendo un sacco!” pensando che la prima volta avesse
peccato in comunicazione. Katia apostrofò d’improvviso “Ma sei scemo o cosa?”.
Quindi il rapporto di Sandro con le donne può riassumersi
nella parola: problematico.
Il nostro caro Sandro era il tipo che si innamora delle
migliori amiche e poi ci sta male se loro rispondono :”chiamo il 113”. Quanta
ineducazione al mondo. Quante incomprensioni. Quante chiamate al 113.
E quella volta che dichiarandosi ad una donna lei l’aveva
interrotto dicendogli “Ma no no no io non ti amo comunque”? Eventi biblici.
“e cazzo fammi finire almeno” aveva pensato e mentre
piangeva sull’honda bali del 92 che aveva 46 mila chilometri d’età, e mentre il
bali borbottava nel traffico e Sandro piangeva, mentre pioveva; e mentre
piangeva e pioveva e il bali borbottava Sandro si chiedeva il perché provasse tutto
questo dolore? Cosa ci fosse di sbagliato in lui? E così pensando aveva smesso
di mangiare, era dimagrito 40 chili, era diventato uno sportivo, aveva
rinnovato lo stile, il look,tutto ciò sotto gli occhi di Silvio e Nicola
increduli. Si era ripresentato otto mesi dopo alla spezza cuori ineducata di
prima, durante una festa in campagna: l’idea era di ottenere una piccola rivincita,
invece la tipa se lo era rigirato come un calzino, perché diciamolo che le
donne fanno dei tipi come Sandro, i creduloni/illusi, quello che vogliono. Si
erano appartati, e lui la desiderava talmente tanto che sentiva due forze di
gravità, la prima dall’alto verso il basso, la seconda da lui verso lei. Altro
che la mela di Newton! “questa sera è veramente speciale” e mentre lei lo
fissava con i suoi grandi occhioni azzurri. E Sandro pensava “è fatta raga!”
calcolava tutto, strategie napoleoniche, accerchiamenti di seni e vie d’uscita
quagliesche.
“è tutta la serata che voglio dirtelo Sandro … ho conosciuto
un tipo e ci sto insieme da qualche settimana … credo sia l’uomo giusto” e li
la vita del nostro protagonista cambiò di colpo. Si alzò e fu compostamente ma
inevitabilmente “porco dio”. La sua prima bestemmia. Parto cesareo dell’assenza
di dio.
E mentre andava via era felice; mentre andava via era
triste. L’importante comunque era andare via in quel momento. Le costellazioni
gli sorridevano o magari lo prendevano per il culo, ma va bene così. E Silvio
rise fino alle lacrime di quella storia e Nicola apostrofò la serata con un
aulico “mi fa male il cazzo andiamo raga”. Petrarca non avrebbe saputo dirlo
meglio.
Sandro era un sognatore. Aveva fatto del suo sogno la sua
vita: la ricerca. Ma sapete i sogni son molto diversi quando si avverano
principalmente perché i sogni non si avverano mai, ci si va vicino come quando
a bocce sfiori il boccino, ma non puoi fondere boccino e boccia in un'unica perfetta
sfera, è impossibile. Stessa cosa vale per i sogni: ci si può avvicinare ma non
sono mai come quando li pensi fissando il cielo sospirando. Realizzare un sogno
spesso comporta molte rinunce e Sandro ne aveva fatte tante di rinunce per
realizzarlo. Era emigrato in Francia, si era lasciato tutto alle spalle. E la
verità era che non ne valeva la pena, ma aveva più orgoglio nelle vene che
globuli rossi e questo non l’avrebbe mai ammesso. Pensate a Cristoforo Colombo:
aveva il suo sogno di andare per mare verso le indie, lo realizzò dedicandogli
tutta la vita, e mentre lo faceva a Genova gli ciullavano la moglie magari.
Karma alcuni direbbero? Troia direi io.
Perché Sandro era su quel treno non era mica un mistero.
Stava tornando verso la città dove si era laureato per la festa di laurea del
suo caro amico Silvio che era riuscito a concludere gli studi dopo 7 anni, 3
dei quali passati in un limbo di tesi più simile all’inferno. Ma poco importava
adesso, di tutta la fatica, degli eventi assurdi degli ultimi anni, erano stati
shakerati in una specie di lavabiancheria cosmico, dove il sapone era la sfiga.
Ma va bene così, adeso era tempo di festeggiare. Cosa che richiedeva tutte le
energie a disposizione oltre che un’organizzazione minuziosa. L’idea era di
passare a prendere Nicola a Milano. E scender giù a raccattare gli altri due
membri del gruppo per riunirsi con Silvio e celebrare e bere e “come se non
esiste un domani” anche se domani comunque poi alla fine esiste.
Alla fine riuscì a trovare un posto per sedersi ed
ovviamente
“ma tu che ne pensi di kylie minogue?” gli chiese un tipo.
“beh è veramente molto bella” rispose diplomaticamente Sandro
“si dice abbia uno dei fondoschiena più belli del mondo” e mentre lo diceva era
scientifico e neutrale, distaccato e chirurgico nella precisione lessicale.
“e certo” intervenne una tipa seduta di fronte a loro “perché
se non hai il culo bello in questa società maschilista non vali un cazzo! Che
serve studiare? Bla bla Società Sessista
bla bla Donna oggetto bla bla” e mentre tutto ciò accadeva sul
palcoscenico che è la sua vita, per la serie <<oggi in programma un
frullato di rotture di coglioni dodicesima replica>>, Sandro non poteva
crederci “ho un dottorato ma devo esser giudicata per il mio culo no?” e così
dicendo Sandro alzò la mano per interromperla
“è … kylie … minogue” lentamente, scandendo, assaporandone
le parole.
“e che vuol dire bla
bla le veline bla bla favori
sessuali” STOP. Di nuovo mano alzata e sguardo di Sandro deciso, irremovibile, come
l’ultimo dei mohicani dinanzi alla morte certa
“stiamo parlando di … kylie … minogue” e aggiungendo “capisce
che … kylie minogue ha fondato la sua intera esistenza sull’immagine e sul suo
fondoschiena? Lei è laureata in non so che e kylie minogue è laureata in culo!
OK?” e così dicendo Sandro si alzò di scatto guardo il soffitto del treno, e lo
sguardo laser superò le lamiere del treno, il traforo del frejus, le alpi, le
nuvole, lo spazio siderale e maledisse tutto il creato per la sua sfortuna
negli incontri ferroviari.
Il resto del viaggio fu gusto lavanda.
[1] Ci sono tre tipi di
citazioni: 3° livello, che dimostrano conoscenze
letterarie/musicali/pittoriche/cinematografiche, tipica conoscenza inutile; 2°
livello, pornografiche classiche e citazioni da racconti sessuali con
protagonisti terze persone anche non confutati; 1° livello, sessuali ma
esclusivamente riferiti a esperienze dirette comprovate da solide prove.
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