mercoledì 9 gennaio 2013

Due volte l'anno

La luce del mattino non bastava neanche a distinguere un elefante da un barattolo di salsa, mentre Brunello assonnato si dirigeva verso il cantiere, sbuffando vapore nel freddo di un giorno non identificabile che chiameremo Giovesabatodì 34 Settembraiogno di un anno inconsistente del non-Signore.
Aveva finito latte e biscotti e allora decise prima di prendere il pulman di far colazione al bar vicino alla fermata:"facciamo i signori!" pensò odorandosi le ascelle per vedere se la doccia di ier sera avesse sfondato il muro del tempo che la nott....va insomma per controllare se puzzasse oppure no.
La colazione
è una orazione
al tempo
ci si può perdere in chiacchere
sul calcio
sul bosforo
sulle metereologiche condizioni
che rendon il governo
passibile del reato di furto,
si può star in silenzio
e fissar il cappuccino
rilassarsi
dallo stato schiumoso
al suo stato di calma piatta,
la si può fare in 3 minuti esatti
con lo sguardo duro
e orologio-apprensivo-contemplante
di chi sta sprecando tempo/denaro
nel frattempo.
La colazione al bar
è il luogo dove
la vera costituzione
di questa repubblica
delle banane importate
è stata scritta!
Appena dentro si sentì come nel mercato del Cairo: caos, chiacchere, TIN TIN di sottobicchieri e tazze che si scontravano come molecole, come api di un alveare troppo stretto, persone diverse nello stesso posto per fare la stessa cosa in modo diverso. Ognuno ha i suoi gusti al bar: con poca schiuma, in tazza grande (come la canzone di Dalla), al vetro, macchiato freddo, con poca marmellata, vuoto (VUOTO!? ma vai a fare la dieta da un'altra parte!), no il cornetto la sfoglia grazie, prendo solo un caffé (poi mangi la merda delle macchinette distributrici a lavoro, mafallafinita).
Oh cornetto alla crema
sei degno di proferir parola
mi approfitterol di te
ancora una volta
la tua crema calda
sarà porno di me
sarò la tua nuova casa
sarai il detonatore
della mia felicità istantanea.
Nel trambusto del bar bisogna farsi valere per ordinare:
1)ignorare la scritta "munirsi di scontrino alla cassa prima"
2)fare breccia del muro di persone che ricoprono il bancone come una barriera corallina, come la membrana di una cellula, in doppio strato personeciccionelipidico e farlo con tutti i mezzi: in guerra in amore e al bar valgono tutti gli espedienti!
3)parlare chiaro come per una dichiarazione dinanzi ad un giudice: i veri uomini ordinano, e tutto viene compreso in un unica serie di suoni maestosi.
4)difendi la tua posizione, il tuo zucchero e la tua pasta dolce fino in fondo oppure nell'indecisione levati dai coglioni e vai a trovar posto nei tavolini degli eletti (quando ci sono), ma queste son scelte oculate, come muovere la fanteria leggera sul crinale o farglielo aggirare a Waterloo.
5)paga, e se sei arrivato vivo fin qui ricevi una onorificienza dallo stato.
Brunello fatta breccia fu respinto da un "e ma scuuuuuusiiiiiiiii ci son prima io NON SALTIAMO LA FILA!"
e fu sputato fuori e bandito dal bancone; una volta penetrato dopo 10 minuti di spintoni ascese al cielo e "deve fare lo scontrino prima" e fu bandito nuovamente, non aveva neanche aperto bocca. Dopo lo scontrino fatidico, col cornetto con la crema che raffreddava nelle sue mani (si mangiano rigorosamente contemporaneamente alla bevizionegoduriosa del cappuccino) sfondò l'artiglieria comandata da un maresciallo del carabinieri e altri suoi colleghi e quando la divinità del barista gli porse attenzione (hai esattamente 15 millisecondi per ordinare prima che qualcuno ti sovrasti o lui si volti da un'altra parte più meritevole di attenzione) disse "un cappcpccncinno" che fu tradotto in un caffé al vetro in tazza grande macchiato freddo. Aveva fallito. Bestemmie interne. Cornetto freddo. 5 Maggio delle colazioni per mantenerci sulle metafore Napoleoniche, oggi era morta la colazione e le palle sventolavano roteando al vento al posto di salici piangenti o fronde d'alberi.
Poi assistette alla scena.
Un vecchio pomposamente vestito, seduto al tavolo dei potenti
veniva servito da un aiuto-aiuto-aiuto barista (piuttosto avanti in età considerando il rango)
mentre il vecchio avvocato/dottore/gradi alti delle forze dell'ordine/politico
offriva colazioni a destra e a manca
venendo ringraziato
stringendo mani
salutando gente per NOME
un tripudio italiano!
una scena da parlamento
da comizio
urlato
dalla balconata di un palazzo romano
osannato dallo sventolare di cornetti.
L'aiuto...........barista porta il resto
dopo un difficile conto considerando
la banconota da cento euro e le imprecisate
paste/cappuccini/caffé offerti
da questo esponente della alta società
prossimo probabilmente alla santità
già beato di certo
Pio avvocato Pio maresciallo
Il resto consisteva in monete oltre che in banconote
"MA NOOO ma che ci faccio co ste monete!?!?"
"NOOO prendile tu dai le vuoi no?"
il pezzente essere in divisa da barista prende
un euro dal mucchio di monete
pausa
"NE VUOI ANCORA?" urlando con nobiltà
"E PRENDI DAI...." con un gesto papale
ignorando in parte l'uomo fa cadere delle monete in terra.
Brunello si china ad aiutare l'uomo a raccoglierle.
"Ah grazie mille non si preoccupi" timidamente disse
senza nemmeno guardarlo in volto.
"AH NO per te NON C'E' NIENTE ho già dato oggi!"
riferito a Brunello in tuta da muratore/operaio
e giù risate con altri della sua stirpe, ombre eclissate
sullo sfondo comunque.
Ed ecco qui arrivati al dunque.
Sol 2 volte l'anno Brunello dimostra
un flebile orgoglio
figlio del suo sangue
nipote delle ossa
che sa di legno e pietra.
"Lei non è neanche capace di dare una mancia lo sa vero?"
disse scandendo ogni lettera, ogni parola.
Il trambusto si affievolì d'improvviso.
Il duca ed il pezzente si fissarono
negli occhi in quell'attimo
di pura democrazia
di pura irriverenza
di pura lotta di classe!?
"MA CHI CAZZO SEI ma COME TI PERMETTI?"
sbraitando con tutta la nobiltà che non ha mai avuto
"Non sono nessuno
ma
lei
è
il vero pezzente qui"
Così dicendo Brunello si volta ed esce via.

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