domenica 6 gennaio 2013

Quella notte di nebbia e amore

Una notte m'innamorai.
La nebbia avvolgeva tutto
e componeva
carezze d'acqua
sul mio volto
impertinente
di studente.
Sfrecciavo veloce
così tanto
che lampo dinanzi a me ne fu sorpassato e mi mostroò il dito medio
"BASTAAAAAARDOO!!! Non si sorpassa a destra"
lampo ligio alle regole.
Ma io no,
perché quella notte
correvo,
fuggivo dall'eco
di una vita morbida.
Quella notte avevo te
e solo te,
avvinghiata al mio corpo
e come le radici di un albero
le tue dita e le tue mani
eran dentro il mio petto
ed il mio sangue pulsava nelle tue vene
ed il tuo sangue pulsava nei miei lombi
ed il mio sentimento era il tuo sentimento
e tutto PER DIO
tornava.
Tornava come un'equazione
senza incognite.
La nebbia sembravan piume
di passerotti fantasma
ed il cinguettio
era il vento gelido,
ma a noi non fregava un cazzo,
del freddo,
dell'esame fallito,
della riga sulla vespa nuova,
del governo Prodi,
della guerra
oddio ci dispiaceva per la guerra,
ma vabbé l'amore era un lasciapassare
per l'istante di felicità
che vivevamo,
e le tue labbra sapevano
di mentadent
e le mie di colgate,
e la tua pelle di crema corpo nivea,
messaggi promozionali fissati in ricordi
ed erezioni
ed i battiti e le mani ladre di epitelio bollente.
L'amore è tutto, quando è ogni cosa
e tu divieni la tela
e la vita è un disegno
ed io che non ho mai saputo disegnare neanche quella fottutta natura morta che mi obbligavano a fare alle medie, io dipingevo come una stampate a getto d'amore.
La notte di nebbia,
profumava di te,
Giulia.

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