domenica 3 ottobre 2010

Dal sondaggo di Repubblica: Italiani all'estero, la vostra storia

Riporto qui l'articolo ad imperitura memoria

Circa quattro milioni sono gli iscritti all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE), molti di più sono i nostri connazionali, soprattutto giovani, che da meno di dieci anni vivono in un Paese diverso dall'Italia. Alcuni si iscrivono alle liste dei vari comuni di residenza, ma di fatto, confrontando i dati, i conti non tornano mai. Non esistono cifre né stime attendibili che ci possano dire quanti sono gli italiani residenti a tempo determinato o indeterminato fuori dai confini nazionali. I giovani che tutti gli anni abbandonano a migliaia il Belpaese sono un fenomeno sconosciuto e incontrollabile, anche per lo stesso Ministero degli Esteri.

Partendo dall'analisi che Claudia Cucchiarato ha fatto nel suo libro ("Vivo altrove", Bruno Mondadori, 2010) e nel suo blog (www.vivoaltrove.it), lanciamo questa iniziativa per "censire" finalmente chi da anni o da pochi mesi non vive più in Italia. Se fate parte di questa comunità in costante aumento, o avete intenzione di farlo, introducete i vostri dati e raccontateci la vostra storia, i motivi che vi hanno spinto all’espatrio, i luoghi in cui avete vissuto e le ragioni per cui avete deciso di rimanere o le motivazioni grazie alle quali fareste possibilmente ritorno in patria.

Ed ora invece riporto il mio contributo al medesimo sondaggio...

RIEPILOGO DATI

Sesso M
Età 25/34 anni
Paese di residenza attuale Spagna
Paesi esteri dove hai vissuto Uno
Da quanto tempo vivi all'estero Meno di 1 anno
Titolo di studio Dottorato
Sei iscritto all'AIRE No
Cosa fai all'estero Lavoro
Perchè ti sei trasferito Per lavoro

Sono un dottorando della scuola Galilei di Pisa. Mi occupo di Fisica della Materia, sono un simulatore di sistemi soffici. La possibilita` di rimanere in Italia era troppo remota. In Italia per ora non ci sono le condizioni, non dico per fare una gran carriera, ma giusto per vivere dignitosamente nel campo della ricerca. Fortunatamente altri paesi europei considerano importante anche la ricerca di base. E cosi` sono finito nel paese che viene citato spesso dal governo come UnoDiQuelliCheSeLaPassanoMoltoPeggioDiNoi. Eppure qui la ricerca e`, nonostante la alta disoccupazione, un settore in cui si puo` ancora dare il proprio contributo. E ci tengo a ripeterlo, dignitosamente. Spero di tornare in Italia a fare cio` a cui ho dedicato completamente questi ultimi 10 anni. Per ora e` tristemente un'eventualita` abbastanza remota.

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