mercoledì 30 novembre 2011

Lettera aperta al DNA

Stefania
nel tuo dolore
vedo me.
La tua paura
è castana,
ha lo stesso
colore
dei miei occhi.
Morderei forte
il mio braccio
e sputerei
via lo stesso
sangue marcio,
invece di
addomesticarlo
ed far spallucce,
ed accettarlo.
Lo capisci
che il mondo
gira nell'altro verso??
A remar contro incespico
ogni giorno anch'io!!
E le macchie di terra e sangue
non vanno via puttana miseria.
Le pietruzze nella ferita aperta
le puoi togliere una ad una,
ma oramai sei infetto di vita.
Non è con le urla
che i sordi posson sentire.
Non è con gli schiaffi
che le persone porgono
l'altra guancia.
Non è più maturare,
capire,
comprendere o
realizzare,
E' ARRENDERSI!
DIO MIO.
ARRENDIAMOCI,
ed in ginocchio
domiamoci,
ed una volta per tutte,
SIAMO
come questo mondo
ci vuole,
perché così
non ci accetteranno mai,
ed il nostro dolore
creerà solo altro dolore
nelle persone
che per un attimo
hanno avuto il coraggio
e la stoltezza
di avvicinarsi.


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